La fusione tra i gruppi FCA e PSA che ha dato origine a Stellantis non avrebbe potuto avere un risultato migliore nel primo semestre di vendite congiunte in Brasile. Insieme, i marchi del conglomerato hanno avuto un terzo delle immatricolazioni complessive negli ultimi sei mesi o più di 320.000 veicoli, il doppio rispetto al 2020, quando non facevano ancora parte della stessa società.
È uno scenario molto diverso dal resto del mercato, cresciuto solo del 14%. Le vendite nel loro complesso hanno avuto una crescita del 32% nel periodo, una percentuale apparentemente alta, ma che si calcola sui mesi di inizio pandemia, quando le vendite si sono praticamente fermate. La Fiat, come sapete, quest’anno continua a essere sempre più protagonista. Con quasi 224.000 unità vendute, il marchio ha più che raddoppiato le sue targhe (105%). La rivale Volkswagen, che nel 2020 aveva preceduto la casa automobilistica italiana, è cresciuta meno – 34% -, raggiungendo le 167.000 unità.
Colpita dalla mancanza di componenti come nessun altro produttore, Chevrolet ha totalizzato 124.500 veicoli targati, con un calo del 7,3% rispetto allo scorso anno. L”esplosione’ delle vendite nel gruppo Stellantis ha visto anche Jeep, con il 90% di Suv in più sul piatto, e soprattutto Peugeot. Il marchio francese, che per anni ha subito una battuta d’arresto nel Paese, ha avuto una reazione sorprendente condividendo la ‘perizia’ di Fiat.
Da sole 4.800 auto vendute nella prima metà del 2020, quest’anno Peugeot è balzata a quasi 12.000 auto, un aumento impressionante del 149%, il più alto tra le prime 20. La Citroën, a sua volta, è aumentata ‘solo’ del 33%, tra le marche di maggior volume, trattandosi di un fuori prodotto. Tutta questa performance commerciale, come già discusso, è supportata dalla vendita diretta, che il gruppo ha utilizzato e abusato nel 2021. Resta da vedere il prezzo che verrà pagato per questa strategia di rischio.
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