Secondo il vice ministro italiano dell’Economia Antonio Misiani, l’Italia potrebbe prendere una partecipazione in Stellantis fintanto che un tale investimento sarebbe ritenuto vantaggioso da tutte le parti.
L’Italia potrebbe prendere una partecipazione in Stellantis
All’inizio di questa settimana, sia gli azionisti di Fiat Chrysler che quelli di PSA hanno approvato la fusione da 52 miliardi di dollari, creando così la quarta casa automobilistica più grande del mondo, o la sesta più grande se facciamo riferimento ai dati del 2020. FCA e PSA hanno rifiutato di commentare le citazioni di Misiani, riferisce Reuters.
“Una possibile presenza dello Stato italiano nella capitale del nuovo gruppo, simile a quella del governo francese … non può e non deve essere un tabù”, ha detto Misiani in un’intervista al quotidiano italiano La Repubblica.
Il più grande investitore singolo di Stellantis è in realtà Exor (14,4% del capitale), holding della famiglia Agnelli, che è anche il principale azionista di Fiat Chrysler Automobiles. La Francia nel frattempo possiede già una partecipazione del 6,2% in Stellantis attraverso la banca pubblica BPI France. La fusione dovrebbe essere finalizzata il 16 gennaio.
Misiani ha aggiunto che Stellantis solleva l’interesse nazionale dal punto di vista occupazionale e industriale, aggiungendo che un possibile investimento potrebbe avvenire ma solo a determinate condizioni, “che al momento non esistono”.
Il viceministro italiano ha anche parlato della necessità del settore di guardare oltre i meccanismi di incentivazione già in atto e di adottare una nuova prospettiva di medio-lungo termine con in mente i benefici ambientali.
“Le sfide tecnologiche si intersecano con la transizione ecologica […]. Proprio per questo potrebbero arrivare risorse importanti dal fondo EU Recovery, che presta molta attenzione alla decarbonizzazione “.
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