La casa automobilistica numero uno al mondo Toyota e il gruppo Stellantis si sono classificate ultime nell’elenco delle 10 aziende automobilistiche di Greenpeace in termini di sforzi per le emissioni di carbonio, pubblicato giovedì durante il vertice sul clima COP26. Greenpeace ha assegnato a Toyota e Stellantis i voti “F minus minus” per gli sforzi di decarbonizzazione, inclusa la graduale eliminazione dei motori che bruciano combustibili fossili.
I fattori esaminati nel rapporto sono stati la riduzione al minimo delle emissioni di carbonio nella catena di approvvigionamento e il riutilizzo o lo sviluppo di tecnologie più ecologiche per le batterie delle auto. La General Motors ha ottenuto il grado C meno dannoso, seguita dalla Volkswagen D e dalla Renault D-. Tutti gli altri, tra cui Ford, Honda e Hyundai-Kia, hanno ricevuto F più o meno.
Ada Kong, senior project manager della campagna per l’industria automobilistica di Greenpeace East Asia, ha descritto la Toyota giapponese come la “più testarda” nel trattenere i motori a combustione interna. Kong ha aggiunto che Toyota è anche “più vocale in tale difesa, a livello nazionale e all’estero”. Toyota ha dichiarato a settembre che avrebbe investito 1,5 trilioni di yen in batterie per auto elettriche e ibride entro il 2030.
Il rapporto afferma che alcune aziende giapponesi, come Toyota, considerano la tecnologia ibrida un’alternativa efficace al motore a combustione interna, ma non all’altezza delle aspettative. Ha osservato che gli ibridi plug-in riducono le emissioni solo di circa un terzo, rispetto alle auto a benzina o diesel.
Greenpeace ha affermato che poiché nessuna delle 10 aziende automobilistiche aveva annunciato piani per eliminare gradualmente i motori a combustione prima del 2035, l’obiettivo di 1,5 gradi è “quasi impossibile”. La valutazione è arrivata quando i leader mondiali si sono incontrati a Glasgow questa settimana nell’ambito della conferenza sul clima COP26.
Ti potrebbe interessare: FCA Canada: class action contro gli EGR di alcuni veicoli per rischio di incendio