FCA è stata accusata dall’agenzia delle entrate di aver sottostimato gli introiti della Chrysler per 5.1 miliardi di euro quando nel 2014 aveva acquisito quest’ultima. Ciò significa che non avrebbe pagato l’equivalente di 1.3 miliardi di euro di tasse. L’acquisizione della casa, insieme allo spostamento della sede legale in Olanda, e della sede fiscale in Gran Bretagna ha portato ad una diversa gestione economica degli investimenti. Con tutte queste modifiche, però, Fiat avrebbe dovuto pagare una exit tax, ovvero la tassa per spostare le proprie attività all’estero. La tassa fu calcolata con l’aliquota del 27.5% di 7.5 miliardi. Tuttavia il valore di Chrysler, secondo l’agenzia delle entrate sarebbe stata di 12.5 miliardi. Per questo motivo, ci si trova degli arretrati.
Tasse non pagate da FCA: cosa succederà?
Il problema è stato riscontrato nella segnalazione dell’ultimo trimestre e secondo alcune fonti vicine alle aziende, anche PSA ne sarebbe al corrente e sembrerebbe che la fusione non presenterà delle ritorsioni dovuto a quanto sta accadendo, insieme, inoltre, alle serie di accuse da parte di General Motors. Un portavoce di FCA ha confermato che: “Non condividiamo affatto le considerazioni contenute in questa relazione preliminare e abbiamo fiducia nel fatto che otterremo una sostanziale riduzione dei relativi importi. Qualsivoglia plusvalenza tassabile che fosse accertata sarebbe compensata da perdite pregresse, senza alcun significativo esborso di liquidità o conseguenza sui risultati”. Tuttavia, l’importo da pagare al fisco potrebbe essere ridotto.