La Corte Civile Centrale di Lisbona ha accettato di giudicare un’azione collettiva intentata contro i tre produttori per presunto tentativo di falsificare il volume delle emissioni dei loro veicoli. L’azione coinvolge 29.340 veicoli e il risarcimento può raggiungere i 79 milioni di euro. Alfa Romeo, Fiat e Jeep sarebbero i tre accusati di aver installato un meccanismo che nasconde l’emissione di gas al di sopra del limite stabilito, il che, a sua volta, ne consente l’omologazione alla circolazione. Secondo Jornal de Notícias , la Corte Civile Centrale di Lisbona ha accettato di giudicare un’azione promossa da Ius Omnibus, un’associazione europea dei consumatori.
Secondo l’ordinanza del tribunale, si è concluso che è “manifestamente improbabile il rigetto dell’azione”, cioè che la causa va a giudizio. In discussione sono i veicoli leggeri Fiat, Alfa Romeo e Jeep, con motori diesel Euro 5 ed Euro 6 FCA (fino a Euro 6c), venduti o importati in Portogallo e immatricolati nel paese a partire dal 1 gennaio 2009 – per un totale di 29.340 con queste caratteristiche nel nostro Paese.
Ius Omnibus, presieduto da Sandra Passinhas, docente presso la Facoltà di Giurisprudenza di Coimbra, chiede un risarcimento di 2.600 euro per consumatore che ha acquistato uno di questi veicoli. In altre parole, il valore totale sfiora i 76 milioni di euro, a parte i costi ambientali che devono ancora essere calcolati.
L’associazione riferisce nell’atto che diverse inchieste hanno dimostrato che le case costruttrici installate sui loro veicoli “maneggiano dispositivi che migliorano sistematicamente il comportamento del sistema di controllo delle emissioni dei veicoli durante le procedure di omologazione”, ma “che poi modificano, riducono o addirittura interrompono il suo funzionamento, provocando, nel normale funzionamento, le emissioni in forte aumento e superando i limiti di legge”. Oltre al risarcimento, lo Ius Omnibus chiede anche che tali handler vengano allontanati dalle vetture.
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