Continuano i problemi di Stellantis con la crisi dei chip che si sta facendo sentire in modo particolare negli stabilimenti italiani del gruppo. La settimana è iniziata con il fermo produttivo dello stabilimento di Cassino dove è bloccata la produzione delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio e, al momento, non c’è ancora una data precisa per la ripartenza delle attività. Ricordiamo, inoltre, che Stellantis ha recentemente esteso la cassa integrazione a Pomigliano d’Arco.
In queste ore, però, arrivano notizie allarmanti anche per altri stabilimenti del gruppo. Il nuovo ricorso alla cassa integrazione riguarda la Sevel di Atessa, punto di riferimento assoluto per la produzione di veicoli commerciali e, più in generale, riferimento delle attività produttive di Stellantis in Italia. Il gruppo ha confermato il ricorso alla cassa integrazione per oltre 1700 dipendenti dello stabilimento per tutta la prossima settimana. In totale, 700 lavoratori del turno di notte e 500 lavoratori del turno A e altrettanti del turno B sono stati coinvolti dal provvedimento.
Ancora una volta, il ricorso alla cassa integrazione per lo stabilimento di Stellantis è legato ad un taglio delle attività produttive preventivate. Tale taglio è dovuto alla crisi dei chip ed all’assenza di semiconduttori. Le forniture dalla Cina arrivano con ritmi troppo ridotti e non è, quindi, possibile completare le attività produttive sui veicoli commerciali da produrre nello stabilimento. Il risultato è un taglio del numero di veicoli prodotti e, quindi, delle attività dei lavoratori.
Ricordiamo che nello stabilimento Sevel sono già stati ridotti i turni di lavoro settimanali, passati da 18 a 15, con il mancato rinnovo di contratto per diverse centinaia di lavoratori. In queste settimane, quindi, la situazione dello stabilimento si sta aggravando. Per la Sevel, infatti, sono in arrivo settimane difficili con ulteriori tagli della produzione. Per lo stabilimento di Atessa si tratta di una delle crisi più difficili di sempre. Il sito produttivo, a differenza di altri stabilimenti di Stellantis in Italia, storicamente è caratterizzato da un ritmo produttivo molto elevato e con rari ricorsi agli ammortizzatori sociali.
Stellantis cerca una soluzione per la crisi dei chip
Per il momento, Stellantis non ha ancora trovato una soluzione alla crisi dei chip. Le stime dei mesi scorsi, che avevano anticipato un miglioramento della situazione sul finire del 2021, si sono rivelate errate. Il gruppo, per ora, non sembra essere in grado di garantire forniture costanti ai suoi stabilimenti con la conseguente necessità di avviare dei tagli importanti ai programmi produttivi.
Nel terzo trimestre, come ufficializzato da Stellantis in occasione della presentazione dei risultati finanziari, il gruppo è stato costretto a ridurre la produzione del 30% rispetto alle stime. Tale taglio è interamente collegato alla crisi dei chip e certifica le difficoltà con cui il gruppo e, in particolare, i suoi lavoratori devono convivere.
Maggiori dettagli sui provvedimenti di Stellantis per contrastare la crisi dei chip arriveranno nelle prossime settimane. Di certo il gruppo non potrà continuare a non agire e sarà chiamato ad intervenire per risolvere rapidamente la situazione.