Stellantis: cresce la preoccupazione dei sindacati per il futuro di Melfi

stellantis melfi

La proroga della cassa integrazione fino a maggio per lo stabilimento di Melfi non è certo passata inosservata. Il mancato confronto con Stellantis, inoltre, sta facendo crescere la preoccupazione da parte dei sindacati in merito allo stabilimento lucano che rappresenta un riferimento per la produzione del gruppo in Italia e, più in generale, per le attività industriali dell’area.

La riduzione della produzione a Melfi ha un impatto notevole su tutto l’enorme indotto dello stabilimento, composto da decine di aziende la cui attività è direttamente collegata al sito di Stellantis. Il rischio di una ricaduta negativa sui livelli occupazioni di un ridimensionamento di Melfi è enorme. L’UGL Basilicata ha richiesto, nuovamente, un confronto con il gruppo Stellantis e le istituzioni, locali e nazionali, per trovare una via d’uscita a questo momento difficile e delineare le linee guida di una crescita delle attività future.

Il segretario regionale di UGL Basilicata, Giovanni Tancredi, ha sottolineato: “È assolutamente necessario che l’industria italiana ritorni ad essere competitiva, riuscendo a garantire un futuro produttivo ed occupazionale agli stabilimenti lucani. È giunto il tempo che sia l’azienda Stellantis che il governo Bardi intervengano mettendo in campo una strategia di politica industriale su investimenti, missioni produttive e carichi di lavoro, che tuteli e rilanci il grande patrimonio produttivo regionale”

Costa sta succedendo a Melfi

Il 2020 si è chiuso con buone prospettive per Melfi. FCA, infatti, annunciò la volontà di avviare un terzo turno di lavoro per la Jeep Compass e incrementare la capacità produttività del sito. Per molti mesi, inoltre, a Melfi si è lavorato a pieno ritmo grazie all’avvio della produzione prima della Compass e poi delle varianti ibride della Compass stessa e della Renegade.

Da gennaio sono iniziati i problemi. Inizialmente, lo stabilimento è stato costretto ad alcuni giorni di stop parziale della produzione a causa dei problemi con i fornitori e, in particolare, della mancanza di componenti elettronici per il completo assemblaggio delle vetture. Tali problemi, inizialmente limitati, si sono moltiplicati. Anche a causa delle difficoltà del mercato automotive dovute alla pandemia, a Melfi è scattata la cassa integrazione.

Inizialmente, il ricorso alla cassa integrazione era di sei settimane, fino alla fine di marzo. Successivamente è arrivata la proroga fino alla metà di aprile a cui è seguita un’ulteriore proroga, fino all’inizio del mese di maggio. La situazione non sembra essere vicina ad una soluzione e Stellantis, per il momento, non ha chiarito quali sono i progetti futuri per risolvere, in tempi brevi, le difficoltà del suo polo industriale.

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