Pur essendo leader del segmento con Panda e la 500, la Fiat si prepara ad abbandonare il segmento delle citycar. Perché? La giustificazione è semplice: i modelli di fascia bassa sul mercato stanno diventando sempre più costosi da sviluppare al fine di rispettare le norme sulle emissioni e il prezzo finale non comporta un giusto margine di profitto operativo e spesso richiede perdite.
Alla luce di queste prove, Fiat Chrysler Automobiles, nelle prime ore dell’accordo di fusione con PSA, sta equiparando l’uscita del segmento portando i suoi clienti al segmento B. È stato Mike Manley, CEO di FCA, a dichiararlo durante la fusione. analisti e giornalisti. “Nel prossimo futuro vedrete FCA spostare l’attenzione verso i segmenti di volume più elevati e margini operativi più elevati e questo ci porterà ad allontanarci dal segmento A“. Questa affermazione è strana in quanto la Fiat Panda e la Fiat 500, sebbene siano state troppo a lungo senza restyling, continuano a dominare le vendite e il piano di FCA include dei successori per entrambi i modelli.
Addio alle citycar di Fiat?
La Fiat 500 fu lanciata nel luglio 2007, ispirandosi alla 500 originale degli anni ’50 (1957) che ebbe un successo immediato. Questo successo continua fino ad ora, con 100, 150 unità vendute nei primi sei mesi del 2019, 121.908 auto nei primi otto mesi (dati di Jato Dynamics), in calo del 12% rispetto allo stesso periodo del 2018. Panda segue nella terza generazione, ma è stata lanciata nel febbraio 2012. Tuttavia, rimane un successo, perché nei primi otto mesi del 2019 ha venduto 127.883 unità, il 15% in più di vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Alla luce di questi numeri, può sembrare che non ha senso abbandonare un segmento in cui domina il mercato europeo. Ma le perdite di 55 milioni di euro subite da FCA nel Vecchio Continente nel solo terzo trimestre del 2019 sono argomenti più che sufficienti per questa decisione FCA. E Mike Manley, un esperto di numeri, chiarisce che FCA si trova ad affrontare intense sfide di business in quanto troppo competitivo il mercato delle vetture di segmento A.
Questo risulta essere un altro salto mortale nei piani di FCA, dato che il gruppo italo-americano aveva tolto di produzione la Punto nel 2018 a seguito di una decisione di Sergio Marchionne. Per l’allora leader della FCA, l’iconico modello Fiat, nonostante fosse la best seller della casa a Torino, non vendette abbastanza per progettare un piano finanziario redditizio per un successore. Quello che Mike Manley propone ora è che Fiat ritorni nel segmento delle utility, portando con sé i clienti fedeli del marchio, attirandoli con un modello più grande, meglio attrezzato, più versatile e rispettoso dell’ambiente, ma che non si dimentichi di loro. Inoltre, Fiat vuole recuperare i clienti che acquistano la Punto da decenni. E qui, l’aiuto di PSA può essere decisivo con l’accesso alla piattaforma della 208 e della Corsa, nonché motori più economici, avanzati, ecologici e persino elettrificati.