Piero Ferrari, l’unico figlio sopravvissuto del fondatore della Ferrari, Enzo, crede che la Formula 1 debba rivalutare il modo in cui viene presentata ai fan perché pensa che i grandi elementi dell’esperienza dal vivo siano mancati. Pensa che le auto più veloci di sempre della F1 non sembrano essere tali quando vengono mostrate in televisione. Perciò si è chiesto perché i team spendono milioni per lo sviluppo di auto solo per mantenere private le loro innovazioni.
“Con gli effetti della pandemia, non è possibile seguire la F1 se non attraverso la televisione“, ha detto Piero Ferrari ad Autosport. “Abbiamo le monoposto più veloci della storia, ma le immagini che ci arrivano in TV non riescono a dare quelle sensazioni che provi quando sei in circuito e riesci a vederlo nella vita reale. Quello che capita alla gente, ai fan, è qualcosa di diverso“.
Ferrari: cosa manca alla Formula 1 moderna?
“Queste sono vetture di F1 che superano i 330 km/h, ma guardandole sullo schermo non si ha la sensazione che stiano andando a una velocità diversa dalla Formula 2. Allora, mi chiedo qual è lo scopo di investire enormi quantità di soluzioni tecniche che contribuiscono poco allo spettacolo?“. Alla domanda sul fatto che molte delle innovazioni della F1 non sono spiegate perché i team preferiscono mantenere nascosti i loro sviluppi per preservare qualsiasi vantaggio tecnico, Ferrari ha detto: “Certo, perché alcune idee sono coperte da brevetti. Ma spendiamo cifre terrificanti, e poi teniamo tutto nascosto. Puoi spiegarmi che senso ha?” .
La Ferrari afferma di rimanere in contatto regolare con l’ex boss della F1, Bernie Ecclestone, e la coppia concorda sul fatto che gli attuali capi devono affrontare le cose per rendere la Formula 1 migliore per i fan. “Ne ho parlato di recente con Bernie Ecclestone, con il quale sento di tanto in tanto al telefono“, ha aggiunto Ferrari. “La Formula 1 deve essere uno sport che deve tornare ad offrire uno spettacolo che intrattiene i tifosi. Abbiamo monoposto molto veloci con tecnologia molto avanzata, ma qualcuno lo sa?“.
