L’ultima ristrutturazione della Ferrari fa passare il team dal non avere un chiaro direttore tecnico ad averne sei, ognuno dedicato alla propria area. Mattia Binotto delega parte delle sue responsabilità a sei delle sue persone di fiducia. Sono Enrico Cardile, Enrico Gualtieri, Matteo Togninalli, Laurent Mekies, Simone Resta e Iñaki Rueda.
La Ferrari ha sofferto di una chiara mancanza di leadership dalla promozione di Mattia Binotto dal ruolo di direttore tecnico a quello di team leader nel 2018. La sua nuova posizione ha aggiunto responsabilità e ha lasciato il posto di direttore tecnico vuoto con Binotto che ha cercato di assumere troppe funzioni contemporaneamente.
La struttura orizzontale o a matrice della Scuderia “italiana” non ha dato risultati e la squadra è stata costretta ad apportare modifiche verso una formazione più piramidale, annunciata a fine luglio. La Scuderia ha cambiato tattica, ma non uomini, in quanto continua a fare affidamento sul suo personale di fiducia. Ora, se andiamo sul sito della Ferrari vediamo che sotto Binotto c’è un gruppo di sei direttori tecnici:
Enrico Cardile, direttore del Performance Development
Enrico Gualtieri, Direttore delle Power Units
Matteo Togninalli, direttore di Track Engineering
Laurent Mekies, direttore sportivo
Simone Resta, direttore dell’area telaio
Iñaki Rueda, direttore della strategia di carriera
In questo modo, Binotto delega parte dei suoi compiti a una squadra completa e può dedicarsi completamente alla gestione della Ferrari. Un altro obiettivo di questa ristrutturazione è facilitare la comunicazione tra i dipartimenti. La creazione di questa macroarea chiamata gestione tecnica, con sei assistenti manager per ciascun settore, richiede un lavoro più stretto tra le parti. Cardile guiderà il nuovo dipartimento di sviluppo delle prestazioni supportato dal famoso designer Rory Byrne. La Scuderia si fiderà di Byrne come consulente soprattutto in vista dell’importante cambiamento normativo del 2022, un’opportunità da non perdere.
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