La pubblicazione dei risultati finanziari del primo trimestre del 2021 è anche il momento giusto per fare il punto sulle novità in arrivo nel corso del prossimo futuro per Stellantis. L’azienda, come buona parte del settore automotive su scala internazionale, è alle prese con la “crisi dei chip” che sta portando ad un netto calo delle forniture di semiconduttori, componenti essenziali per l’assemblaggio delle auto vetture moderne.
La crisi dei chip ha già causato diversi problemi a Stellantis nel corso della prima parte del 2021. La situazione ora potrebbe peggiorare. Il gruppo si aspetta un ulteriore calo della produzione nel corso del secondo trimestre dell’anno in corso. Il rallentamento sarà nuovamente legato alla carenza di chip che renderà impossibile continuare la produzione delle vetture seguendo ritmi tradizionali.
La conferma è arrivata dal CFO di Stellantis, Richard Palmer, che ha sottolineato: “Stiamo monitorando attentamente la situazione per limitare l’impatto e trovare soluzioni. La crisi dei chip peggiorerà ulteriormente nel secondo trimestre, ma sarà compensata in parte dall’aumento dei volumi, per poi stabilizzarsi nel terzo trimestre e migliorare nel quarto”
Stellantis ha “perso” circa 190 mila unità prodotte a causa dei problemi di fornitura collegati alla crisi dei chip. Per il gruppo, quindi, l’impatto di quest’emergenza nel corso del primo trimestre dell’anno è stato davvero significativo. L’azienda, come sottolineato da Palmer, sta lavorando a delle soluzioni in vista di una ripresa prevista non prima della fine dell’anno in corso.
Ricordiamo che Stellantis non è il solo gruppo alle prese con la carenza di chip. Anche altre aziende devono fare i conti con problemi analoghi con le forniture. Si tratta di una crisi generale che, a livello internazionale, rischia di rallentare notevolmente la ripresa del settore automotive nel corso del prossimo futuro.
Gli effetti della crisi sugli stabilimenti italiani di Stellantis
Anche l’Italia è stata colpita dalla “crisi dei chip”. Stellantis, infatti, sta continuando ad interrompere periodicamente la produzione nello stabilimento di Melfi, vero e proprio punto di riferimento delle attività del gruppo in Italia, a causa, prevalentemente, dell’emergenza collegata alla carenza di semiconduttori. Il sito lucano, che nel 2021 avrebbe dovuto registrare un incremento della produzione, deve fare i conti con un netto taglio delle attività.
A maggio, ad esempio, è previsto uno stop di una settimana delle attività produttive che riprenderanno soltanto dopo il 10 maggio. In futuro, inoltre, potrebbero arrivare ulteriori stop per lo stabilimento, in cassa integrazione almeno fino al 30 maggio. Nel frattempo, anche altri siti produttivi potrebbero risentire del problema nel corso dei prossimi mesi.