Lo stabilimento Stellantis di Figueruelas (Saragozza) riprenderà la sua produzione automobilistica a partire dal prossimo lunedì 4 ottobre alle ore 06:00 dopo aver subito un’interruzione di una settimana in cui non è stato possibile lavorare a causa della carenza di semiconduttori. Secondo fonti aziendali confermate all’agenzia Efe, l’attività presso lo stabilimento di Figueruelas riprenderà nei due consueti turni di produzione.
Stellantis ha ringraziato i dipendenti per la “collaborazione, comprensione e flessibilità” con l’azienda dopo mesi di instabilità a causa di una crisi che colpisce non solo questo stabilimento, ma l’intero settore automobilistico, dove le aziende sono state costrette a interrompere la produzione in modo intermittente e persino a mettere parte dei loro modelli in ERTE. Si tratta infatti dello stesso caso dello stabilimento di Figueruelas, che da aprile versa in una situazione di incertezza, a quel punto è iniziato un processo negoziale per portare parte della forza lavoro in ERTE che si è concluso con 650 lavoratori che hanno approfittato di questo schema.
La carenza di semiconduttori, con cui vengono fabbricati i microchip che trasportano oggetti tecnologici come le automobili, ha messo a repentaglio un settore molto prezioso per l’Europa , al punto che l’UE è intervenuta sotto forma di creazione di una legge sui semiconduttori per garantire la continuazione di produzione. Allo stesso tempo, si intende garantire la fornitura di queste parti essenziali nella digitalizzazione ed evitare colli di bottiglia nella produzione, oltre a dipendere meno da potenze straniere, come la Cina.
La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha assicurato che “il digitale è il punto chiave da cui tutto dipende e gli Stati membri condividono questa visione. L’investimento in digitalizzazione dei fondi NextGenerationEU supererà il target proposto del 20%”. “L’obiettivo è creare un ecosistema di semiconduttori che includa la produzione, garantisca la sicurezza del nostro approvvigionamento e sviluppi nuovi mercati tecnologici europei” coordinando “gli investimenti europei e quelli degli Stati membri lungo l’intera catena del valore”, ha spiegato.
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