Oggi come oggi molte auto vengono definite SUV. Alcuni usano quel nome anche per alcune utilitarie un po’ più alte da terra, per approfittare della moda e dell’appeal dei SUV negli ultimi anni. Ad esempio la Jeep Renegade Moab porta anche la variante 4×4 con prima marcia ridotta. Una diesel 4×4 con motore 2.0 di solito costa molto, ma non è il caso della Renegade Moab.
Le caratteristiche sono chiare sin da subito: altezza rispetto al suolo di 21,6 centimetri, angolo di attacco di 30° e 33° di uscita. È un SUV che si rivolge a chi desidera un modello versatile nell’utilizzo e con un buon rapporto tra prestazioni ed economia. Certo, non è la versione più fuoristrada, titolo che rimane per la variante Trailhawk, ma è sufficiente per affrontare con calma quel fango, o ghiaia durante il viaggio.
La versione Moab porta anche alcuni dettagli del Trailhawk, come i ganci anteriori per il traino (utili sui percorsi più complicati), verniciati in nero (sono rossi nella variante più fuoristrada). Il colore scuro è utilizzato anche in altre parti dell’auto, come la griglia anteriore, le maniglie delle porte, gli specchietti laterali e persino sui cerchi in lega. In altri punti, invece, si evince che si tratta del modello più economico, come nei fari, tutti con lampade alogene al posto dei led.
Jeep Renegade Moab: come si comporta su strada?
Il motore 2.0 turbodiesel eroga 170 CV a 3.750 giri e 350 Nm di coppia a 1.750 giri. Basta camminare un po’ per notare che la Renegade è nata per avere questo motore sotto il cofano, offrendo l’agilità che manca alla vecchia versione 1.8 E.torQ. Con il cambio automatico a 9 velocità ben calibrato, offre un gioco più fluido e aiuta molto nelle prestazioni energetiche. In città si può raggiungere una media di 10,8 km/litro, mentre nel ciclo su strada extraurbana questo valore è salito a 15,6 km/litro.
Viene anche evidenziato il comfort del Renegade Moab. Le auto diesel sono naturalmente più rumorose e vibrano maggiormente a causa del rapporto di compressione più elevato rispetto alle auto a benzina o etanolo. Jeep ha risolto questo problema con un isolamento acustico molto efficiente e cuscini assorbenti che ci fanno dimenticare che siamo in un’auto diesel, facendo notare le vibrazioni solo quando ci si ferma al semaforo.
Un altro punto positivo per il diesel Renegade è che, pur utilizzando un sistema 4×4, questo non influisce più di tanto sul diametro di sterzata di 10,8 metri. Questo aiuta molto nelle manovre, ancora di più per chi vive in una città estremamente popolata. La trazione 4×4 segue lo standard Jeep, con un selettore della modalità di guida che offre le opzioni Auto, Snow, Sand, Mud e Stone, oltre al 4×4 Low con la 1a marcia ridotta (di solito l’auto parte in 2a marcia) e 4×4 Lock ( bloccaggio della trazione da dividere sempre equamente tra gli assi). Questo perché la Renegade, il più delle volte, è un’auto a trazione integrale automatica, che distribuisce la potenza in base alla domanda.
Tra i difetti troviamo un bagagliaio da 320 litri, più piccolo rispetto a quelli di altri crossover. Per guadagnare un po’ di spazio, invece della ruota di scorsa, puoi trovare il ruotino che è più piccolo. Lo spazio per gli occupanti è ottimo nei sedili anteriori, ma chi è dietro si troverà in una situazione leggermente più stretta a seconda della loro altezza. Un altro punto negativo per Moab è l’elenco degli equipaggiamenti molto più snello, senza elementi come sei airbag, fari a LED, sistema start-stop per il motore, fari con accensione automatica, e simili.