Ferrari accetta pagamenti crypto: la svolta del cavallino rampante verso l’innovazione finanziaria

Vediamo i motivi che hanno indotto il cavallino rampante a farlo
ferrari-roma

Anche l’automotive ha deciso ormai da tempo di aprirsi alla tecnologia blockchain e alle criptovalute. Un fenomeno, quello degli asset virtuali, che pur tra alti e bassi si va imponendo sempre di più, con molti analisti pronti a scommettere su una ormai prossima adozione globale delle criptovalute.

Tra i marchi che hanno deciso di coadiuvarsi della crescente popolarità del denaro digitale ora si fa notare la Ferrari. La casa di Maranello, infatti, ha appena iniziato ad accettare pagamenti in Bitcoin e altre criptovalute per l’acquisto delle sue automobili negli Stati Uniti. Una possibilità che, peraltro, sarà presto offerta anche ai clienti europei del cavallino rampante.

Ad annunciare la svolta verso l’innovazione finanziaria è stato il chief marketing and commercial officer dell’azienda emiliana, Enrico Galliera. Lo ha fatto nel corso di un’intervista che è stata rilasciata a Reuters, durante la quale ha anche voluto sottolineare che si tratta di una presa d’atto rispetto ad una precisa esigenza manifestata da clienti e concessionari.

Ferrari-BR20 Bitcoin

Le criptovalute e l’automotive, un rapporto in fase di espansione

Galliera è stato abbastanza chiaro, durante la conversazione con Reuters, sui motivi della scelta. Ha infatti sottolineato che tra i clienti non mancano quelli i quali ormai da tempo hanno iniziato a interessarsi di criptovalute. Alcuni di loro hanno peraltro costruito ingenti fortune commerciando in asset virtuali e non intendono rinunciare a usarle per i loro pagamenti. Senza contare gli investitori tradizionali che intendono diversificare il proprio portafogli d’investimento. Aprire una nuova opportunità di pagamento rende più facile l’interazione con gli uni e gli altri.

Una esigenza che, tra l’altro, era già stata alla base della decisione presa da Tesla nel corso del 2021. All’epoca, infatti, l’azienda californiana aveva aperto ai pagamenti in Bitcoin, facendo però marcia indietro nei mesi successivi. Alla base del ravvedimento il fatto che i consumi di BTC sono da tempo sotto accusa, in quanto la sua blockchain è imperniata sull’algoritmo di consenso Proof-of-Work, notoriamente energivoro. Basti pensare che il suo consumo annuo equivale a quello di un Paese come la Svizzera.

Bitcoin è energivoro e pericoloso per l’ambiente: parola di Elon Musk

Elon Musk, il quale non ha esitato a sposare la causa del contrasto al mutamento climatico, ha preso atto delle critiche e ha affermato che Tesla tornerà ad accettare pagamenti in criptovalute soltanto quando la relativa quota di energia rinnovabile sarà superiore al 50%. Preoccupazioni che, a quanto sembra, non albergano in Ferrari, anche se lo stesso Galliera ha affermato che le criptovalute sono ormai da tempo impegnate nella riduzione della loro impronta di carbonio.

Idea sulla quale l’uomo più ricco del mondo non concorda. Dopo essersi impegnato nel varo del Bitcoin Mining Council, associazione che si prefigge di risolvere il problema legato al mining PoW, ha infatti affermato che BTC consuma un quantitativo eccessivo di energia, per estrarre la criptovaluta e che sarebbe tornato sui suoi passi solo quando la quota di energia rinnovabile utilizzata sarebbe stata superiore al 50%. Se da alcune parti si sostiene che tale condizione sia stata nel frattempo soddisfatta, Musk non sembra essere dello stesso avviso.

Ferrari Daytona SP3 (7)

Galliera ha invece dichiarato che le criptovalute sono impegnate a ridurre la loro impronta di carbonio e per farlo si stanno dirigendo verso nuovi software e un impiego sempre maggiore di fonti rinnovabili per l’approvvigionamento energetico. Per quanto riguarda il primo problema il riferimento è con tutta evidenza alla svolta di Ethereum verso il Proof-of-Stake, algoritmo di consenso considerato molto meno pericoloso a livello ambientale. Proprio l’azienda di Vitalik Buterin ha affermato che dopo il Merge, il processo che ha introdotto PoS nella sua macchina virtuale, i consumi sarebbero calati nell’ordine del 99%.

L’accordo tra Ferrari e BitPay

Ad incaricarsi di gestire i pagamenti in denaro digitale per conto di Ferrari sarà Bitpay. Si tratta di un’azienda che si è già fatta notare per il suo sistema, il quale permette di dare vita a transazioni non solo in BTC, ma anche in Ether e USDC, una delle stablecoin più utilizzate.

Il suo meccanismo permetterà non solo di incassare i pagamenti in questione, ma anche di dare luogo alle necessarie verifiche rese obbligatorie dai regolamenti KYC (Know Your Customer) e AML (Anti Money Laundering). Si tratta in pratica delle normative che impongono il riconoscimento di coloro i quali effettuano transazioni digitali per contrastare il riciclaggio di denaro sporco o l’evasione fiscale.

Lo stesso Galliera ha comunque tenuto a precisare che i prezzi non vedranno alcun tipo di modifica, neanche sotto forma di commissioni o supplementi. Inoltre, la conversione da token a denaro reale avverrà immediatamente, proteggendo gli interessati dalle oscillazioni tipiche delle criptovalute. Aggiungendo peraltro che la maggior parte dei concessionari dislocati lungo il territorio degli Stati Uniti ha già aderito all’iniziativa o è sul punto di farlo.

Proprio per quanto concerne gli Stati Uniti e la regione America, nel corso dei primi sei mesi dell’anno Ferrari ha commercializzato oltre 1.800 vetture. Si tratta quindi di cifre importanti, che potrebbero andare a riflettersi in maniera positiva sul prezzo di Bitcoin. Quando Tesla annunciò la sua intenzione di aprire i pagamenti all’icona inventata da Satoshi Nakamoto, in effetti, il suo prezzo si impennò ai massimi storici, toccando quota 68.990 dollari.

Stavolta, al contrario, l’annuncio di Ferrari non ha smosso il mercato. A spiegare tale dinamica è però il fatto che il settore è ancora alle prese con il crypto winter. Una gelata in atto ormai da un paio di anni che, a detta degli esperti, dovrebbe terminare con il previsto halving di Bitcoin, previsto per la prima metà del prossimo anno. Si può quindi dire che l’universo crypto stia vivendo una fase di riflessione. Una cosa che spiegherebbe il sostanziale immobilismo del prezzo di BTC.

Ferrari è la classica punta dell’iceberg

Galliera non ha affrontato il discorso relativo al numero di vetture che la casa emiliana potrebbe vendere adottando i pagamenti in valuta virtuale. Del resto, il portafoglio ordini del marchio è non solo forte, ma anche completo sino al 2025. In pratica, Ferrari non fa leva sull’innovazione finanziaria per vendere di più in ottica di breve termine, bensì per iniziare a curare i rapporti con una clientela spesso giovane e dinamica.

La decisione di Ferrari sembra aprire un nuovo fronte nel rapporto con la blockchain, la tecnologia alla base delle criptovalute. Già in precedenza, infatti, l’automotive aveva iniziato a flirtare con la stessa, in particolare con l’iniziativa MOBI (Mobility Open Blockchain Initiative). Si tratta di un consorzio formato nel preciso intento di coordinare lo sviluppo della distributed ledger technology (DLT) nell’industria automobilistica.

Nei prossimi mesi, però, proprio l’apertura della casa di Maranello potrebbe essere imitata da altri costruttori. Per la gioia dei criptofans, che vedono avvicinarsi la realizzazione di un ve

Looks like you have blocked notifications!

AlfaVirtualClub.it è stato selezionato da Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre notizie premi sulla stellina in alto sull'app di Google NewsCI TROVI QUI

Articoli Suggeriti

Total
0
Share