Alfa Romeo Junior: il nuovo SUV dopo il cambio di nome si presenta alla Design Week

Debutto pubblico alla Milano Design Week per Alfa Romeo Junior
Alfa Romeo Junior

Alfa Romeo Junior è il nuovo nome del SUV compatto della casa automobilistica del Biscione che fino a ieri era conosciuto con il nome Alfa Romeo Milano. Questo cambio di denominazione si è reso necessario per spegnere le polemiche che erano sorte attorno al suo nome a causa del fatto che viene prodotto a Tychy in Polonia e dunque di italiano non ha proprio nulla.

Debutto pubblico alla Milano Design Week per Alfa Romeo Junior

Alfa Romeo Junior debutta oggi nella boutique Larusmiani alla Milano Design Week dove per la prima volta potrà essere ammirato dal vivo. Questo nome non è inedito nella storia del Biscione. Infatti Alfa Romeo introdusse nel 1966 la GT 1300 Junior come modello accessibile rivolto ai giovani consumatori. Fu un successo immediato e l’azienda vendette più di 92.000 unità. Si spera ovviamente che anche il nuovo modello possa avere fortuna anche maggiore rispetto al suo celebre antenato.

Alfa Romeo Junior che come sappiamo è un SUV davvero compatto con i suoi 4,17 metri di lunghezza è considerato come un modello molto importante per il futuro della casa automobilistica del Biscione. Infatti a regime è previsto che questo veicolo rappresenti il 50 per cento delle vendite totali del marchio premium di Stellantis che dunque dovrebbe raddoppiare in poco tempo le sue vendite a livello globale proprio grazie a questa vettura il cui prezzo di partenza è di 29.900 euro per la versione di lancio con motore ibrido da 136 cavalli e trazione anteriore.

Alfa Romeo Junior

Tornando al cambio di nome tutto è iniziato dopo le parole del Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso il quale ha suggerito che il nome fosse illegale. Come ha spiegato, “Un’auto chiamata Milano non può essere prodotta in Polonia” perché la legge “prescrive che non si possano fornire indicazioni geografiche che possano trarre in inganno i consumatori”. Il ministro dunque sosteneva che gli acquirenti sarebbero stati indotti a pensare che il crossover fosse stato realizzato a Milano. Nonostante probabilmente non ci fosse alcun obbligo legale, Stellantis ha deciso di spegnere le polemiche cambiando nome.

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