All’inizio degli anni ’70, Alfa Romeo presentò Alfasud, un’auto assolutamente rivoluzionaria che ottenne rapidamente molti consensi. Tuttavia, la sua reputazione soffriva a causa di problemi di qualità e la sua variante station wagon, la Giardinetta, non lasciò mai la sua nicchia di mercato. Non c’è da stupirsi che Alfa Romeo volesse rivedere tante cose per il modello successivo, soprattutto perché il produttore aveva individuato un segmento di mercato ancora più interessante per l’erede dell’Alfasud. “L’auto giusta al momento giusto” era il credo dell’Alfa Romeo all’epoca.
Nel maggio 1983, Alfa Romeo presentò a Venezia la sua Alfa Romeo 33. A livello tecnico, era l’erede della sorella maggiore Alfasud, tranne per il fatto che alcuni punti erano stati adattati e progettati con un po’ meno raffinatezza. I freni a disco erano stati notevolmente sostituiti da freni a tamburo nella parte posteriore.
A livello di motore, il quattro cilindri boxer rimase pressoché invariato. La carrozzeria, disegnata dal Centro Stile di Alfa Romeo sotto la direzione di Ermanno Cressoni, era completamente nuova. Nuova anche la linea e il portellone posteriore: con questa auto Alfa Romeo intraprese una nuova strada.
Grazie all’aiuto di Pininfarina, una versione 4×4 di Alfa Romeo 33 arrivò ad arricchire la gamma nel settembre 1983. La trazione integrale era commutabile e il telaio era stato rialzato di due centimetri. Nel marzo 1984 venne presentata al Salone di Ginevra la versione station wagon “Giardinetta”, inizialmente disponibile solo in versione 4×4.
Ovviamente i designer Pininfarina dovevano rimanere il più possibile fedeli alla carrozzeria esistente, accontentandosi di adattare la parte posteriore del veicolo, allungandola di 13 cm fino a raggiungere i 414 cm e dotandola di un portellone fortemente inclinato. Una terza finestra laterale portava molta luce all’interno.
Il risultato fu convincente anche se il veicolo non era proprio economico. Buone invece le prestazioni, accelerando da 0 a 100 km / h in 11,4 secondi e garantendo una velocità massima di 178 km / h. Con uno spazio disponibile di 350/1200 litri, la cinque porte tendeva più verso il veicolo familiare che verso il veicolo commerciale.
Nell’autunno del 1986, la gamma di Alfa Romeo 33 ricevette un regolare rinnovamento. Nell’estate del 1988, la versione station wagon fu ribattezzata “Sport Wagon” e arricchita con il modello a trazione anteriore.
Nel gennaio 1990, l’Alfa Romeo 33 subì un cambio completo. Il design fu adattato alla gamma di modelli dell’epoca, in particolare l’Alfa Romeo 155, risparmiando al veicolo una certa lunghezza. Anche la gamma dei motori fu modificata più volte.
Fino alla fine della produzione nel 1995, 122.366 Alfa Romeo 33 station wagon lasciarono la fabbrica, ma solo poche sono sopravvissute fino ad oggi.