L’impatto della pandemia ha indotto molti produttori a rivedere i propri investimenti, rinviando ciò che potevano per risolvere il problema del contante, ma alcuni hanno mantenuto qualcuno dei loro piani. È il caso di Fiat Chrysler, che ha ribadito ancora una volta che l’investimento di 16 miliardi di R $ verrà mantenuto, ma sarà esteso fino al 2025, dimensionando 12 importanti lanci per Fiat, Jeep e Ram, anche se alcuni modelli dovrebbero continuare fino alla fine del 2021.
In una partecipazione al podcast speciale #ABPlanOn – Planning Automotive, dal sito Automotive Business, Antonio Filosa, presidente di Fiat Chrysler in America Latina, ha commentato un po’ la situazione della casa automobilistica. L’esecutivo afferma che il mercato brasiliano ha mostrato una ripresa migliore del previsto, anche se a una velocità inferiore a quella richiesta dall’industria. Tuttavia, è sufficiente per essere più ottimisti riguardo al futuro.
Questo è uno dei motivi per cui Filosa ha detto ai fornitori che gli investimenti Fiat Chrysler in Brasile saranno mantenuti, ma saranno estesi fino al 2025 (prima era previsto fino al 2024). Come aveva affermato in precedenza il dirigente, l’importo di 16 miliardi di R $ sarà utilizzato per rinnovare completamente la linea Jeep e Fiat nel paese, oltre ad aggiungere nuovi prodotti al portafoglio.
Secondo Filosa, l’investimento è stato fatto per 25 “interventi sul prodotto”, alcuni dei quali già realizzati e questo riguarda alcune versioni, come il Fiat Argo Trekking. Tra questi, ci saranno “12 lanci importanti”. Il dirigente argentino ha già indicato quali saranno, citando due pickup (il già varato Fiat Strada e Ram 1500); quattro restyling per Fiat (Argo, Cronos, Mobi e Toro); tre nuovi modelli con nuove generazioni; il rinnovamento della linea Jeep; e tre SUV, due della Fiat e uno della Jeep.
Alcuni di loro hanno subito un ritardo di oltre sei mesi, conseguenza della pandemia. La Fca, oltre a ritardare la ristrutturazione degli stabilimenti nel Paese, ha dovuto fare i conti anche con la chiusura di altri Paesi come Italia e Cina, dai quali vengono importati diversi pezzi. Filosa afferma che tutti i fermi hanno portato ad un accumulo di 9 mesi di ritardo, non solo per l’assenza di parti e fermi nei lavori delle fabbriche, ma anche nello sviluppo dei veicoli.
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