Durante l’incontro ufficiale tra il Ministro dello Sviluppo economico italiano, Giancarlo Giorgetti, e il Ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, avvenuto oggi non si è parlato di un possibile ingresso dello Stato italiano nel capitale di Stellantis. Il gruppo nato dalla fusione tra FCA e PSA può contare sulla presenza, nel capitale, dello Stato francese che detiene una quota del 6.5% (superiore rispetto al 6.2% annunciato nei mesi scorsi).
In passato, il viceministro dell’economia del Governo Conte, Antonio Misiani, aveva avanzato l’ipotesi di un ingresso dello Stato italiano nel capitale di Stellantis seguendo l’esempio dello Stato francese. L’idea è, per ora, rimasta tale. Come sottolineato dal Ministro Giorgetti, infatti, l’argomento non è stato affrontato nel corso del colloquio bilaterale. Al momento, non ci sarebbero intenzioni di andare avanti in tale direzione.
Dichiara Le Maire: “Non prevediamo nessuna partecipazione pubblica dello Stato in Stellantis, è un’impresa privata. Per noi la creazione di Stellantis è il segno di questa cooperazione franco-italiana in un settore che ci sta a cuore a tutti“. Per ora, quindi, l’argomento di un possibile ingresso dello Stato italiano in Stellantis non è nell’agenda pubblica nazionale. Salvo improbabili campi di idea futuri, il progetto sembra essere definitivamente tramontato.
Stellantis è un’azienda fondamentale per il tessuto industriale italiano
Nonostante l’assenza dello Stato italiano nel capitale dell’azienda, Stellantis ricopre un ruolo chiave nelle attività industriali italiane. Il gruppo, con i suoi stabilimenti, può contare su tantissimi dipendenti e genera un enorme indotto. Per il futuro, sarà fondamentale tutelare le attività di Stellantis in Italia e, soprattutto, tutti i suoi dipendenti e le aziende dell’indotto.
Gli stabilimenti di FCA negli ultimi anni hanno registrato una drastica riduzione delle attività produttive. Il “Piano Italia” confermato nel 2020, nonostante la pandemia, punta a incrementare notevolmente le attività, puntando però su modelli premium a bassi volumi, e raggiungere la piena occupazione. Staremo a vedere quale sarà l’evoluzione dei progetti di Stellantis per l’Italia.
Di certo, grazie alla fusione tra FCA e PSA e le tante sinergie derivate, le risorse per l’avvio di nuovi progetti in Italia non mancano di certo. Molto dipenderà dal nuovo piano industriale di Stellantis che arriverà, come anticipato dal CEO Tavares, entro la fine dell’anno in corso o, al massimo, ad inizio 2022.
Diversi stabilimenti, come Cassino, Grugliasco, Pratola Serra, attendono di scoprire quali saranno i nuovi progetti per il futuro. Altri siti, come Melfi, che credevano di poter contare su di un futuro “solido” devono fare i conti con una realtà ben diversa, fatta di cassa integrazione e produzione ai minimi termini. Per il rilancio serviranno tanti nuovi investimenti.