Dalla scorsa estate, FCA ha avviato la produzione di mascherine anti COVID negli stabilimenti di Mirafiori e Pratola Serra. Nei due siti di produzione sono state allestite delle linee per realizzare un elevato quantitativo di mascherine da utilizzare negli stabilimenti di produzione del gruppo, per proteggere i dipendenti sul luogo di lavoro. Le mascherine di FCA, inoltre, vengono distribuite anche in locali pubblici, come ad esempio, nelle scuole.
Nei mesi scorsi, in diverse occasioni, le mascherine prodotte da FCA sono state al centro delle news per una presunta scarsa qualità realizzativa. L’argomento torna oggi in prima pagina. Secondo quanto affermato dall’USB Basilicata, infatti, le mascherine prodotte da FCA nei due stabilimenti italiani non sarebbero a norma e non garantirebbero la protezione necessaria per l’utilizzatore.
Il sindacato afferma di aver fatto testare queste mascherine ad un laboratorio accreditato ottenendo risultati che confermano il mancato rispetto dei parametri della normativa Uni En 13683:2019. USB Basilicata ha affermato di aver contattato le istitutzioni locali e gli enti preposti per il controllo della qualità delle mascherine. Nei prossimi giorni, i legali del sindacato consegneranno il materiale raccolto alla magistratura per le dovute verifiche.
Da notare, inoltre, che, per quanto riguarda lo stabilimento FCA di Melfi, USB Basilicata ha affermato che le mascherine sono consegnate ai lavoratori in buste non sigillate e senza alcuna indicazione in merito alla tracciabilità del prodotto. Anche quest’aspetto potrebbe avere strascichi legali in futuro.
Al momento, dall’azienda, che nel frattempo è entrata a far parte del nuovo gruppo Stellantis con il completamento della fusione con PSA, non sono arrivati commenti.
Continua la produzione di mascherine in Italia
Gli stabilimenti italiani di FCA, ora passati sotto il controllo di Stellantis, continueranno a produrre mascherine. Al momento, è già stato confermato un prolungamento della produzione dei dispositivi di protezione per lo stabilimento di Pratola Serra. Il sito, sede di produzione di motori diesel, continuerà a realizzare mascherine almeno sino al prossimo mese di settembre.
Da notare che il progetto di produzione di mascherine è utile, a Pratola Serra, anche per ridurre il ricorso agli ammortizzatori sociali. Nello stabilimento, infatti, circa 300 addetti lavorano sulle linee di produzione di mascherine, compensando parzialmente il calo della produzione di motori diesel.