Citroën GS Break “Made in Spain” compie 50 anni ed è stata lanciata per rispondere a chi aveva bisogno di più spazio, grazie alla sua maggiore capacità di carico, molto apprezzata dal pubblico, è stata prodotta fino alla fine del 1986. La produzione è stata di 2.500.000 unità ( più di 385.700 nel Vigo Center), comprese tutte le versioni di GS e GSA
Quando, nell’agosto 1970, i giornalisti specializzati scoprirono la nuova Citroën GS nei paesaggi della Camargue, la regione francese scelta per la presentazione, rimasero sorpresi dal gran numero di novità. Era un modello che democratizzava le sospensioni pneumatiche, proponendole per la prima volta su un’auto del segmento medio e che offriva anche freni a disco su tutte e quattro le ruote, un’abitabilità eccezionale per cinque persone, un ampio bagagliaio e una carrozzeria aerodinamica e molto luminoso grazie alle sue ampie superfici vetrate.
Grazie alle sue eccezionali qualità, la GS Break è stata immediatamente nominata “Auto dell’anno 1971”, un prestigioso riconoscimento da parte della stampa seguito da un grande successo commerciale. Una delle caratteristiche dell’auto era il suo bagagliaio, il quale, pur essendo molto spazioso, aveva accesso da una portiera nella parte inferiore posteriore, molto piccola in rapporto allo spazio disponibile nel bagagliaio stesso. Non è stato un errore di progettazione bensì la scelta del marchio di realizzare una scocca del tipo a due volumi compatibile con il fatto di evitare che il bagaglio si bagni in caso di pioggia al momento del carico.
Dopo la GS Berlina, lanciata nell’agosto 1970, era previsto l’arrivo di un modello più funzionale: la GS Break. La tradizione delle pause Citroën è stata una lunga storia di esperienza e conoscenza di questo tipo di carrozzeria. Fin dai tempi della Traction, ogni grande Citroën aveva una variante station wagon (chiamata Break), un modello che offriva un volume interno maggiore progettato per soddisfare le esigenze di tutti i tipi di clienti. Così era stato nel caso del DS e così sarebbe stato nel GS (e subito dopo, anche nel CX).
Le varianti Break dei modelli Citroën esistevano anche in modelli più piccoli, come l’AMI (AMI6, AMI8 e AMI Super), la versione “commerciale” della 2CV e persino la Méhari, la cui versione biposto offriva un ampio spazio di carico. Nel caso della GS era solo questione di tempo e la verità è che il periodo di attesa fu davvero breve: nel luglio 1971 arrivò la gamma GS Break, articolata in 5 porte (Break) e 3 porte (Service, a variante non commercializzata in Spagna).
Quest’ultima era una versione commerciale, pensata per il trasporto di merci ed era disponibile sia con la fiancata completamente vetrata nella variante denominata “Vitrée” (con un unico vetro che andava dal montante posteriore della portiera fino all’estremità dell’auto) oppure con il fianco completamente in lamiera,
Il successo anche in questo caso è stato immediato e molto notevole. La gamma di colori era ampia, gli interni ricordavano “l’era spaziale” e l’auto aveva dettagli originali come la curva del lunotto che si “piegava” per raggiungere la parte posteriore del tetto, proprio come la DS o l’auto aveva già fatto.
Citroën conosceva l’argomento e grazie alla sua lunga esperienza sapeva cosa fare per sviluppare vetture molto avanzate che sembravano non invecchiare mai. Nel caso della GS, l’intera famiglia ha ricevuto una profonda riprogettazione nel 1979 quando, dieci anni dopo il lancio, la GS è diventata la GSA (GS Améliorée, migliorata), dotata, nella versione berlina, di un ampio portellone che ne aumentava chiaramente la funzionalità.
Il successo di questa serie di modelli si misura facilmente nel numero di unità prodotte: quasi due milioni e mezzo di unità (comprese GS e GSA in tutte le loro versioni), fino al 1986, di cui più di 385.755 prodotte nello stabilimento di Vigo.