Modifica sensori di parcheggio Alfa GT

era una battuta... fondamentalmente sono d'accordo con te, ma oggi le voci che girano fanno pensare addirittura che ci si possa stampare da sé i pezzi di ricambio di qualunque cosa... sinceramente sono molto scettico, stampi sempre di plastica e del tipo di plastica di cui è fatto il filo che alimenta la stampante, quindi... :ka)
 
Morig94":25i0eqkx ha detto:
Gli elettromagnetici sono una ciofeca, comprati provati e rispediti indietro :lol:

Io li monto da 3 anni e li reputo perfetti, mi suonano a 3cm dall'ostacolo!

Nella mia firma c'è anche il link alla faq light! ;)

Come mai te li hai rispediti subito?

Complimenti MJman per i lavori che fai!! Ho visto il coprimotore e il tappo olio..spettacolari!! :OK)
 
Buona sera.

Finita la fase ricognitiva si passa alla realizzazione vera e propria. Quanto mostrerò di seguito ha lo scopo di voler solamente mostrare una via di come sia possibile realizzare quanto ho esposto all'inizio proprio della discussione, ovvero portare a raso i sensori parcheggio similmente alla maggioranza delle vetture oggi in circolazione.
Lo scopo è quello di realizzare l'impresa, utilizzando materiali di semplice reperimento, con minima spesa, massima resa e soprattutto impiego dove possibile di struttura casalinga.

Una precisazione è d'obbligo come sempre; non sono responsabile di danni a cose e/o persone laddove qualcuno imiti quanto di seguito vado a mostrare.
Se non si è capaci, o non ci si sente all'altezza di fare determinate cose non provateci, sebbene nulla vi sia di pericoloso in quello che andrò a descrivere.


Osservare il mondo che ci circonda è una cosa importante; osservare per cogliere la possibilità di trasformare le cose e assoggettarle al proprio volere.
Io sono un chimico e come tale trasformo la materia; per noi che di questa scienza abbiamo fatto il nostro "pane quotidiano" vale la legge secondo cui "nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma".
Trasformare le cose in altre. Questo è ciò che verrà proposto.

Partiamo dall'inizio.

L'idea è quella di realizzare una boccola montante in grado di sostituire quella originale che sporge dal paraurti imbruttendo il tutto. Ho ammesso uno spessore della plastica del paraurti pari a 4 mm. La sede del paraurti, va scavata ottenendo una "tazza" nella quale far alloggiare il risalto della boccola che si deve costruire.


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Il disegno mostra la boccola sporgente di 1 mm. La cosa è voluta dato che la stessa va rasata insieme al paraurti fino a pareggiarne la superficie. In questo modo resta solo il foro di alloggiamento del sensore. Ovvio che va tutto stuccato e poi verniciato.
Per il trattenimento ho pensato a un controtappo da porre al lato opposto da fissare con collante e grani ad incasso. Lo stesso sensore va fissato all'insieme mediante un grano M5. Il tutto diviene monolitico e allo stesso tempo è facile sostituire un sensore laddove si rompa. Basta svitare un grano e viene via, cosa invece piuttosto complicata con il montaggio di serie, che prevede una molla di contrasto e un innesto a baionetta.
Il disegno rende meglio l'idea.


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Andando nel dettaglio, il sensore è questo qua.


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Il diametro del sensore è di 23 mm


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Lungo il corpo cilindrico, è presente un risalto che fa da innesto per lo scasso a baionetta sul montante.


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Fin qui tutto normale. Ora però occorre costruire la boccola e il controtappo. Lasciamo perdere le cose esotiche tipo stampanti 3D. Queste sono cose che non mi riguardano.
Io ho utilizzato una soluzione diversa.
L'idea è quella di realizzare dei semi-lavorati in resina facilmente lavorabile da cui poi ottenere per lavorazione meccanica i pezzi veri e propri.
La resina da utilizzare è prodotta dalla Prochima ed ha nome commerciale Sintofoam.
E' una resina bicomponente i cui ingredienti vanno miscelati al 50%; sbagliare le proporzioni equivale a non avere polimerizzazione (indurimento). La resina non ritira durante l'indurimento ed ha la caratteristica di copiare fedelmente lo stampo. Si usa per colata infatti.

Questo impone di doverlo realizzare lo stampo. Come?
Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione...
Il mondo che ci circonda è ricco di oggetti che si possono reimpiegare ai diversi scopi. Non ci credete?
Guardare la foto seguente e vi ricrederete.


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Cos'è quell'affare metallico? Non si riconosce? Eppure tutti ce l'abbiamo, anzi ne abbiamo 4 per ogni macchina e molti ne hanno buttate via a cataste. Si tratta della boccola dei bracci superiori!!!
Le dimensioni sono vicine a quelle del sensore. Circa 1 mm in meno e la cosa va a vantaggio del tutto.


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Per fare lo stampo serve un contenitore, un tubo...dove trovarlo? Qualsiasi tubo di adeguato diametro interno può adattarsi. Per semplicità e reperibilità al momento, ho utilizzato una vecchia bomboletta di olio per armi...tagliandola a misura si ottiene un cilindro di contenimento.


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Occorre tagliare spezzoni di circa 32 mm di lunghezza. Per farlo conviene nastrare il tubo e poi tagliarlo.


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Dopo il taglio, si hanno tutti i pezzi predisposti. Lo stampo va adesso assemblato.


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Per assemblare lo stampo nulla di complicato, basta incollare tra loro, la boccola e lo spezzone di tubo. Il fondo va nastrato per evitare perdite di resina.
Attenzione alle mani con il cianoacrilato...si incollano facilmente. Non fare come Cicchilotto (un mio studente) che per giocare con la colla si è azzeccato le dita e il muso... :wall) :wall) :wall) :wall) :wall)


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Gli stampi sono pronti. Ora bisogna preparare la resina.


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La resina viene venduta in due barattoli metallici d cui uno è il componente "A" e l'altro il "B". MAi fare confusione tra le due confezioni, pena catastrofici avvenimenti...


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Occorre dotarsi di contenitori dove versare la resina e miscelare il tutto. Comuni bicchieri monouso vanno più che bene. Alla fine si butta tutto. Occorrono anche delle siringhe per prelevare/dosare il quantitativo oltre che iniettare nello stampo. Ho usato quelle da 5 cc prese al supermercato. Anche se non sono sterili non fa nulla. Non ci dobbiamo pungere il mazzo...


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I due bicchieri mostrano i contenuti. I due componenti non hanno lo stesso colore e quindi a vista si riconoscono.


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Dai bicchieri e non ripeto NON dalle confezioni si prelevano i quantitativi. Come in un laboratorio chimico, mai introdurre nulla nelle confezioni di origine onde evitare di poter inquinare tutto il reagente (prodotto).


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Prelevati uguali quantitativi, si procede a miscelarli insieme. Attenzione, non si ha tutta la giornata per fare l'operazione. La reazione è piuttosto veloce ed inizia subito. 2 - 3 minuti massimo, poi il tutto si addensa e non è più utilizzabile.
Dato che il materiale costa, conviene farsi un calcolo di quanto prelevarne.

Nel caso specifico, parliamo di cilindri, quindi il volume è dato dall'area di base x altezza.

Il cilindro esterno ha dimensioni : 39 mm diametro (interno) e altezza 32 mm per cui il suo volume è 38207,52 mm3
Il cilindro interno ha diametro (esterno) 22 mm e altezza 32 mm per cui il volume è = 12158,08 mm3
Il pezzo che interessa è la differenza tra i due volumi ovvero 26049,44 mm3 che arrotondando per eccesso fanno 26,0 cm3

Quindi occorre prelevare 13 cc di componente A e 13 cc di componente B. Il tutto va moltiplicato per 4 dovendo fare 4 pezzi. quindi servono 52 cc di componente A e 52 cc di componente B.
Poichè la geometria (solida) non è un reato, i calcoli portano a questi volumi. Nulla di difficile a farsi. Così si evita di sprecare materiale in eccesso o peggio trovarsi a corto e non finire una colata.


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Preparata la miscela si provvede a colarla negli stampi.


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Il colore brunastro della miscela, tende col passare dei minuti a schiarirsi fino al giallo pallido. Questo indica la polimerizzazione (irreversibile). La reazione è esotermica (sprigiona calore) ed è normale avvertire i pezzi piuttosto caldi. La velocità di indurimento è influenzata dalla temperatura esterna. In estate è rapida, anche troppo. Se non si è lesti, ci si trova con il tutto indurito prima ancora di colarlo.


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A fine reazione i pezzi appaiono di colore giallo pallido. Bisogna attendere un certo tempo prima di poterli sformare. Di solito quando il tutto si è raffreddato a temperatura ambiente si può procedere.

La resina non attacca sulla plastica e sul metallo ragion per cui la sformata è di semplice esecuzione, bastano un cacciavite grosso e un martello.
Con il martello la prima botta estrae il pezzo dal cilindro. Con il manico del cacciavite, si elimina il torzo di metallo.


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I pezzi che costituiscono i semi-lavorati da cui partire si presentano così:


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Chiaramente il sensore non entra, ma è meglio così. Il foro deve essere portato a 23,05 m. Meglio calcolare lo spessore per la vernice, mica lo si vuole verniciare vicino alla macchina...


Ora, con lo stesso sistema si realizzano i contro-tappi. Ho trovato dei tappi ruota FIAT da adattare allo scopo.


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Nastrando le feritoie e colando la resina all'interno si rendono i tappi un corpo unico


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Chiaramente si parla di pezzi semi-lavorati. Per arrivare ai pezzi finiti serve un normalissimo tornio. Senza di quello i pezzi non si possono ottenere. In teoria facendo uno stampo più "preciso" il pezzo potrebbe anche venire a dimensione quasi reale, ma secondo me conviene sempre lavorare il materiale con strumenti meccanici e portarli a dimensione con precisione.

Pure i motori sono fatti così. Il semi-lavorato ottenuto per fusione va poi lavorato fino ad ottenere il pezzo finale.

Come per la questione della modifica delle frecce laterali, anche questa è una cosa da farsi allorquando ci sia la necessità di dover riverniciare o sostituire il paraurti posteriore. Fintanto che è in buono stato non conviene mettersi a smanettare al solo fine estetico; ciò non toglie che lo si possa fare, ma ripeto certe cose a mio giudizio sono da farsi quando ne capita la necessità (magari non voluta).

Il lavoro così eseguito porta i sensori a raso del paraurti e li rende molto meno invasivi dal punto di vista estetico avvicinandosi allo standard odierno, dove sono veramente miniaturizzati e discreti.
Dimensionando opportunamente i fori si potrebbero adattare anche altri sensori più piccoli (tipo 500, Giulietta e simili), ma non so se l'attacco dei fili è lo stesso. Altra cosa, è da verificare la compatibilità con l'impianto di origine.
Inoltre io tendo sempre ad ottimizzare/sfruttare quello che c'è.
I sensori di parcheggio funzionano bene e svolgono il loro compito. Solo, sono "brutti" e troppo visibili. Meglio "imboscarli" e fargli svolgere il lavoro da posizione riparata e non esposta. :OK) :OK) :OK) :OK) :OK)
 
Buona domenica.

Per gli amanti del fai da te, riporto le quote esatte dei pezzi da realizzare alla maniera descritta.


Boccola:

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Controtappo:

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I due pezzi vanno uniti in modo semi-permanente utilizzando sia un collante blando tipo silicone nero, sia due grani M4 ovviamente in acciaio inox per evitare la ruggine.
La boccola invece, va resa solidale al paraurti sia incollandola in modo permanente (collante poliuretanico) sia stuccando l'insieme.
A lavoro finito, nel paraurti saranno visibili "solo" 4 fori da 23 mm si diametro riempiti dalle teste dei sensori posizionate a raso con il culone.

Certo un buco da 23 mm è ben più di un'arma di grosso calibro...parliamo di cannoni a tiro rapido o mitragliatrici medie...
Di certo un proiettile da 20 mm sparato contro una vettura la taglierebbe in due in senso longitudinale senza alcun problema. Giè un "piccolo" 12,7 mm ha effetti simili.
 
Non è un prodotto da ferramenta. Lo trovi presso i negozi di belle arti. A Napoli solo un negozio c'è l'ha.
 
Con la resina ci si può fare quasi tutto. Ovviamente bisogna industriarsi in qualche modo.
Quando per esempio qualche pezzo non è più in produzione si può provare a costruirselo, come ad esempio:


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La coppa ruota è stata costruita usando appunto la resina vista in precedenza. Non è tutto il cerchione, ma solo il pezzo centrale che a memoria dovrebbe essere 16 cm di diametro.
Anche in questo caso, realizzai prima un semi-lavorato (un disco in pratica) che lavorato e verniciato assolve poi alla sua funzione definitiva.
Si vernicia bene e con i prodotti di carrozzeria viene un buon lavoro. La lavorabilità della resina è buona. Non è certo adatta per realizzare pezzi soggetti a sforzo meccanico o ad usura, ma per pezzi decorativi svolge ottimamente la sua funzione.
Resiste bene anche al calore senza deformarsi.

La trasformazione dei sensori mostrati può essere di fatto impiegata su qualsiasi veicolo, non solo GT. Il modus operandi è lo stesso.
 
Dovrebbe andare bene anche per ricostruire dei pezzi rotti dei copricerchi in plastica allora.. Quelli che uso per le invernali hanno preso qualche marciapiedi..
 
Penso si s. A fine lavoro vernici tutto grigio alluminio e torna nuovo.

Ti devi industriare per riuscire a colare il materiale. Poi a lavorarlo ci fai tutto, dalla lima alla fresa.
 
No. Non è fatta per quello. E' un prodotto da usare per colata. La reazione non è controllabile.
Non è tipo "pasta" indurente. E' un liquido fatto appositamente per riempire le intercapedini e solidificare copiando lo stampo.

Per fare quello che dici tu, è adatto come materiale in se, ma difficile da porre in opera.
 
Ci sono altre resine più modellabili a quanto ne so..
altrimenti del banale stucco da carrozziere allora..
 
Buon giorno, essendo sabato il lavoretto riprende.

Per prima cosa i semi-lavorati vanno portati a dimensione mediante un tornio. Ler operazioni da eseguire sono classiche ovvero spianatura delle facce, cilindratura del corpo e lavorazione finale.

I pezzi finiti si presentano così:


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Da che erano uno stampo ricavato con materiali di fortuna e resina informe...

Si presenta un piccolo inconveniente; il risalto presente sul sensore, fa si che non si riesca ad inserire per tutta la lunghezza prevista.
Occorrerà tagliarlo con una mola.

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Trattandosi di pezzi esposti alle intemperie, vibrazioni, lavaggi (soprattutto), cani che fanno i bisogni ecc...il fissaggio di tutto l'insieme deve essere solido, se non "granitico".
Il controtappo non si può fissare solo con del collante, o meglio io preferisco di no. Meglio affidarsi a dei grani filettati che stringendo sulla superficie faranno poi in modo da tenere tenacemente tutto bloccato in sede. Sfruttando la forma daei tappi e le orientazioni già presenti, è facile ottenere dei fori a 120° tra loro. Questa soluzione su tre punti rappresenta l'ottimalità.
Per forare M4 occorre fare un foro da 3,2 mm. Si rispetta la "regola dell' 8" ovvero moltiplicare per 8 il diametro finale del foro e dividere poi per 10 e ottenere il diametro del foro da praticare.
La foratura va eseguita con un trapano a colonna a bassissimo numero di giri sennò si rompe tutto.


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Dopo aver forato i tappi, è il turno delle boccole-montanti. In questo caso il foro è da 4 mm di diametro dovendo filettare M5. Va prima segnata la posizione dei fori ovviamente.


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A questo punto le operazioni di foratura sono concluse. Occorre fare le filettature, e pèer farlo occorrono maschi M4 e M5 e appositi giramaschi. Non usare cineserie da bancarella...


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I pezzi vanno bloccati in una morsa e poi filettati. Occorre utilizzare tutti e tre i passaggi previsti (i maschi sono tre).


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Come visto in precedenza, il risalto sul corpo del sensore crea interferenza e va rimosso. Semplice a farsi con una comunissima moletta per modellismo.


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A questo punto il sensore riesce ad entrare per tutta la sua lunghezza.


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Volendo effettuare un montaggio complessivo di prova, si ottiene questo risultato:


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Il pezzo da solo appare così:


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Ora, l'insieme è completo. Come si monta? Come da disegno il paraurti va scavato per far posto alla flangia; deve rimanere una certa sporgenza in modo tale da permettere la spianatura della flangia stessa mediante utensile abrasivo e pareggiare la superficie con la forma esatta del paraurti. Le normali operazioni di stuccatura, carteggiatura e finitura eseguite in carrozzeria, portano ad avere il tutto come un solo insieme. Dal posteriore, il sensore viene alla fine inserito e portato a raso con l tutto, e bloccato in sede. Conviene ovviamente verniciarlo in via preventiva in modo da evitare rattoppi.
Alla fine dell'opera si hanno a vista solo i sensori e non più tutto l'armamentari di come è montato in origine.

Prima di montare il tutto, utilizzando un quinto pezzo realizzato, farò delle prove; mi interessa verificare non tanto la fattibilità del montaggio, quanto la tenuta verso la lancia dell'idroplulitrice.
Ne monto uno su un pezzo di plastica (un vecchio paraurti) e poi lo sottoporrò a ripetuti lavaggi con l'idropulitrice per vedere se il tutto regge.
I grani hanno una notevole forza di trattenimento, ma meglio provare prima. Nel caso è sempre possibile correggere prima che il tutto venga posto in opera ed eventuali correzioni al progetto sono indolori.
 
Buona sera,

ho completato le ghiere di fissaggio. Una leggera mano di colore nero. Sono visibili i grani M4 di fissaggio posti a 120°


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Diciamo che tra i tanti sistemi di fissaggio esistenti, adesso c'è anche la mia personale realizzazione sul tema. :up) :up) :up) :up) :up)
 
Bel lavoro, volevo chiederti, non è che hai in progetto di accorciare la leva del cambio? Ti trovi bene con la lunghezza originale?
 
Non prevedo di fare questa modica. Al tempo lo feci sulla 33 tagliando l'asta della leva. Ma il pomello li se ne veniva via solo tirandolo
 
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