lambretta74":1vrtvgi6 ha detto:Il FUSI":1vrtvgi6 ha detto:Certe cose si possono fare. Basta averne la volontà. Fior di persone, senza fine di lucro, sarebbero disposte a fornire un'opera di volontariato. E poi certe cose che per un'azienda manifatturiera sono un costo potrebbero venir meglio gestite da altre entità (e l'azienda stessa non avrebbe più certi costi sulle proprie spalle).
Basta capirlo e lavorare per questo.
Herbrand":1vrtvgi6 ha detto:Il materiale cartaceo è coperto da qualche vincolo che lo rende non divulgabile ?
Perché, in alternativa, se venisse fatta un'asta su ebay o similare, credo che si riuscirebbe a rivendere a cifre interessanti
Analogamente per le componenti meccaniche: penso che molte persone non avrebbero problemi ad elargire un migliaio di euro o più, per (ad esempio) un motore realizzato unicamente come prototipo, ma che non entrerà mai in produzione.
Ecco appunto...debbo aggiungere altro?
Guarda, sono d'accordo sul fatto che ci sarebbero le persone a farlo per puro spirito, come te Fusi.
Che il 100% dei collezionisti che ronzano intorno all'Alfa lo farebbero senza scopo di lucro - e senza portarsi via roba di nascosto - ho dei dubbi.
Ricorderai la fase di smantellamento del Portello, e ricorderai tutti i personaggi che cercavano di entrare per arraffare i rimasugli e poi spesso rimetterli in vendita a prezzi folli (non riuscendo a venderli).
Un mio collega tedesco - in contatto con una delle ditte appaltatrici dei lavori - riuscì ad entrare ben "prima" che i vari collezionisti italici passassero; e di roba preziosa se n'è portata via all'inverosimile.
Pensa che ha dovuto utilizzare tutti i mezzi della sua impresa di trasporti per quasi una settimana Italia-Germania!
Ma che pezzi si prese!
Motori, prototipi, progetti ad esempio... quello che hanno trovato gli altri era il "restanten" come diceva lui.
Credeva di aver fatto il gran colpo...eppure è rimasto tutto nel suo deposito in Germania... se è ancora lì e non ha distrutto tutto anche lui.
Non è riuscito a piazzare quasi nulla - ai prezzi che sperava.
Chi aveva quei soldi non comprava un prototipo V6, e chi potenzialmente sarebbe stato interessato era quella stessa gente che entrava di notte al Portello...non voleva o non poteva spendere più di poche migliaia di euro.
Erano quegli stessi che, dopo di lui, avevano saltato i cancelli, scavato fra i rottami portandosi via di tutto, anche i cartelli rugginosi della mensa. Il 5% per tenerli, il 95% delle persone, per rivendere.
Le mostre-mercato hanno risputato qualcosa, ma di compravendite a buon fine ce ne sono state poche, per potersi rendere conto del sommerso.
Che ci sia gente disposta a tener su tutta una esposizione Alfa - quindi - nessun dubbio, che lo facciano gratis et amore, per il piacere di contribuire - come hai fatto, ed è meritevole, tu - dubbi ne ho......... e molti.
Non tutti la pensano al tuo modo, Fusi.
Non condanno quindi chi nell'establishment preferisce mantenere una esposizione ridotta piuttosto che darla in mano a gente che smonta e si nasconde anche i rubinetti dei gabinetti sotto il giacchetto pur di portarsi via qualcosa da rivendere; considera che una esposizione richiede soldi, manuenzione, assicurazioni, contributi...come anche le Associazioni di volontariato.
Quanti pagherebbero un biglietto, nel tempo, passato il primo periodo di euforia?
Immagino che abbiano fatto uno studio al riguardo.
O forse no.
Detto questo, l'abbandono del materiale è ancor più sbagliato.
A quel punto, meglio una privatizzazione seria, un'asta, almeno compra chi ha soldi (e non chi entra a trafugare di nascosto) e può mantenere gli oggetti.
Per quanto riguarda i prototipi, io ho avuto in uso un esemplare unico della Alfa GT - montato per studiare il propulsore dell'ultima Brera - e destinato alla rottamazione.
Sapere che un gioiello del genere, con sotto un 1750tbi settato apposta, sarebbe andato in pressa, faceva rabbia.
Ma del resto, alla fine dei test, metà del mezzo viene smontato per verificare le usure. E alla fine è un'accozzaglia di pezzi...
Rileggendo la mia risposta, effettivamente sembra un po' ambigua.
Non l'avevo specificato, dato che lo ritenevo ovvio, ma era proprio una rivendita quella che proponevo (autorizzata dalla Fiat): certamente non dei furti a scopo di lucro (anche perché, altrimenti, che senso avrebbe avuto preoccuparsi che il materiale fosse non divulgabile ?). Io stesso sarei disposto ad acquistare diversi oggetti come progetti, disegni, per interesse personale.
Il fatto di ricavare un utile economico dalla cessione di tale materiale, immaginavo che potesse essere un metodo per spronare la Fiat a cederlo, dato che, a quanto veniva detto, il destino usuale era la distruzione (e quindi non vi era interesse nel conservarlo in un museo).
Nulla vieta, peraltro, che un club di appassionati o similari acquistino tale merce, per poi farne l'uso che più ritengono opportuno (ad esempio esporlo in un museo): questo, a meno che il materiale non debba essere divulgabile (come già accennavo), nel qual caso l'unica possibilità è distruggerlo.