Cavalli marini: quando l’Alfa Romeo navigava a tutta velocità

La mostra Cavalli marini racconta come Alfa Romeo abbia ottenuto titoli mondiali e record di velocità con gli stessi motori delle sue auto
Alfa Romeo Cavalli Marini
Alfa Romeo Cavalli Marini

Spesso produttori di natura molto diversa si dedicano a un tipo di lavorazione che non è quella che successivamente (o prima) hanno dato loro la loro fama, o almeno il loro massimo prestigio. Lo fanno perché hanno visto un’opportunità di business o perché vivono momenti particolari e difficili, come una guerra o anche una situazione pandemica come quella che stiamo vivendo. Nel caso dell’Alfa Romeo e delle barche vengono fornite entrambe le ragioni, ma è la ricerca di primati e titoli mondiali che più ha motivato questa incursione in acqua, poco conosciuta nel nostro Paese.

La mostra Cavalli marini racconta come Alfa Romeo abbia ottenuto titoli mondiali e record di velocità con gli stessi motori delle sue auto

Parliamo della mostra Cavalli marini, che si terrà ad Arese fino al 21 febbraio e che racconta come l’ Alfa Romeo ha ottenuto titoli mondiali e record mondiali di velocità con gli stessi motori che equipaggiavano i suoi modelli da asfalto. Se c’è un motore per eccellenza nella storia dell’Alfa Romeo, è quello dell’Alfetta 158, che ha regalato all’Alfa Romeo la sua prima vittoria in Formula 1.

Ma si scopre che quando la vettura ha ottenuto questa vittoria quel motore aveva già vinto tre campionati del mondo in acqua, un campionato italiano e aveva battuto il record mondiale di velocità con Achille Castoldi come pilota. Inoltre Castoldi era un uomo talmente legato alla storia dell’Alfa Romeo da riuscire a utilizzare esclusivamente i motori dell’Alfetta 158, oltre a ‘salvare’ alcune vetture da corsa nascondendole nel 1943 nella sua fattoria di Abbategrasso, in tali che non furono né requisite né in pericolo di bombardamento.

E qual era la controparte marina dell’Alfetta 158 a quattro ruote? Ebbene, un’auto da corsa marina conosciuta come Arno II, costruita dai cantieri Picchiotti di Viareggio (Italia) nel 1946 e restaurata nei minimi dettagli per questa mostra, nella quale posa accanto alla gloriosa macchina. La barca da regata fu in regata fino alla fine del 1949, quando fu ritirata senza per fortuna che il motore fosse rimosso.

 E lì rimase mentre propellenti simili davano i due titoli di Formula 1 a Nino Farina, nel 1950, e a Juan Manuel Fangio, nel 1951. Nel 1952 l’Alfa Romeo si ritirò dalla Formula 1, ma quel motore sarebbe stato ancora utilizzato sulle barche Laura 1º, Moschettiere, Tamiri e Laura 3º (quest’ultima montava in linea due motori Alfetta) che portarono a nuovi record Castoldi e altri piloti.

Nella mostra sono esposte anche imbarcazioni da diporto con il motore trifoglio e anche alcune delle imbarcazioni utilizzate durante la seconda guerra mondiale, il tutto accompagnato da modelli, immagini storiche e una vasta collezione di oggetti e documenti.

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