Alla fin fine è una soluzione obbligata, per una serie di motivi.
In primo luogo, il bollo (per auto ventennali "alcune", e poi spieghiamo l'alcune che significa, per le trentennali tutte) diventa tassa di circolazione, che si paga in misura forfettaria (euro 25,82 + eventuali sovrattasse regionali) e solo se l'auto circola. Fatte salve alcune regioni dove, con una liceità sulla quale ho dubbi, o TUTTE le auto indistintamente pagano la tassa ridotta o ne pagano, sempre indistintamente, una di importo superiore SENZA NECESSITA' di iscrizione alcuna (Toscana sui 60 euro).
Allorchè il legislatore, nel lontano 2000, decise di "agevolare" il mantenimento del patrimonio motociclistico e automobilistico storico, stabilì che le vetture (e le moto) trentennali in automatico e indistintamente fossero da considerarsi di interesse storico collezionistico, e quindi avevano accesso già solo per l'età alla tassazione agevolata. Le compagnie di assicurazione, enti privati, si sono adeguate (chi ha voluto entrare in questo business). Il problema venne fuori per le auto da 20 a 30 anni: il legislatore stabilì che lo status delle trentennali potesse essere esteso a modelli significativi anche se avevano 20 anni o più, e meno di trenta.
La più normale e "ampia" interpretazione dove avrebbe portato? Alla redazione di una lista di modelli da comunicare, annualmente, con i dovuti aggiornamenti, allo Stato. Come enti "esperti" presposti all'indivuazione di questi veicoli, per le moto venne identificata la FMI, per le auto l'ASI nonostante lo stesso legislatore, in passato, avesse dato giusto rilievo e "status" anche ai registri lancia, alfa e fiat.
Mentre FMI redasse la "lista chiusa", ovvero l'elenco dei modelli, l'ASI non lo fece, arrogandosi il diritto di determinare che le vetture "di interesse storico e collezionistico" erano solo quelle iscritte e certificate dallo stesso ASI. Che indistintamente iscriveva TUTTE le vetture compiuti i venti anni. Ne risultò che due identiche vetture (pari modello, anno, magari anche colore e versione) venissero considerata da ASI una storica (quella iscritta da lei, e la cui iscrizione chiaramente doveva venir mantenuta ogni anno perchè "solo così posso garantire il mantenimento delle condizioni al momento della iscrizione) e l'altra no perchè non iscritta.
Le assicurazioni si "adeguarono", ancorchè si possano trovare ancora oggi compagnie o agenzie che hanno in essere convenzioni con altri club (il RIAR stesso aveva una convenzione, poi cessata, con SARA, che estendeva le polizze "vintage" alle vetture iscritte ASI e pure alle omologate di meno di 20 anni) o che richiedono una semplice iscrizione a un club per accedere alle polizze agevolate.
Di fatto però, fra mancati contenziosi seri vs. ASI da parte dello Stato e/o delle Regioni, che tutto l'interesse (essendone beneficiarie) avevano a "ridurre" il numero di vetture da considerarsi storiche, e tutto un sistema che si è "tarato" soggiacendo a questo taglieggiamento, "la" via ordinaria è quella di iscriversi a un club federato ASI stando "sicuri" che un domani nessuno verrà a contestarti il bollo e avrai le porte aperte di tutte le compagnie esercenti il business delle RC Auto vintage.
Tale situazione di monopolio ha di fatto consentito ai club federati di aumentare a dismisura le quote di iscrizione, perchè gira che ti rigira la quota ASI tutto sommato modesta (41 e spicci euro l'anno), la puoi pagare solo passando per un club federato. E i club federati, lungi dal venire incontro agli appassionati per tutelare il parco circolante e pensare alla passione prima o anzichè il punto economico, nonostante il flusso incrementato degli iscritti, ti fanno pagare l'ira di Dio.
Recentemente ho chiesto per un amico e per il suo Spider del '91. La prima iscrizione viene la bellezza di 130 euro annui, cui si sommano 20 euro per la pratica che concede l'attestato di storicità e quindi l'accesso a tutte le tassazioni e assicurazioni agevolate.
Chiunque può fare 130 - 41 e vede quale è la quota di club. Dei venti euro per l'attestato, un tempo gratuito, 10 rimangono al club, 10 vanno all'ASI.
Se quindi un club, come ve ne sono molti, di sola passione di norma costa massimo un 40 euro, quà se ne pagano almeno il doppio.
E per quanto riguarda il RIAR, ultimamente un po' troppo critico verso chi (cfr. ultima circolare) si occupa di Alfa parallelamente e non in antitesi, grave è che non si sia messo alacremente a ricercare una convenzione per consentire un trattamento agevolato e sicuro in merito alla RC Auto almeno per chi è possessore di una vettura Alfa e non si vuol "diluire" in club federati che son di norma (tranne alcuni monomodello) generalisti.
Per quanto mi riguarda, ho soggiaciuto una volta sola alla tracotanza ASI, certificando la Alfetta, e non rinnovando la iscrizione negli anni successivi. Così come non ho altro che iscritto RIAR le vetture che ho avuto, o che ancora ho, pagando il bollo ridotto e accedendo alle polizze agevolate ove possibile. Ora Alfasud ha 30 anni e potrei pure fregarmene altamente..... se un domani arrivassero i bolli, aprirò un contenzioso, perchè le situazioni monopolistiche in questo settore che dovrebbe vedere + passione e meno rendiconto non le tollero.