Alfa Romeo su pianali Maserati

denny1977

Nuovo Alfista
10 Agosto 2009
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Novara
Oggi stavo leggendo la pagina di Vittorio Ghidella su wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Vittorio_Ghidella ).

'Ottenuta a pieni voti la maturità classica, si iscrisse alla facoltà di ingegneria meccanica al Politecnico di Torino dove si laureò con il massimo dei voti.
Entrò appena laureato alla SKF, azienda produttrice di cuscinetti a sfere. La ditta svedese lo volle nella sede principale a Stoccolma. Successivamente entrò a dirigere la Holland, divisione di mezzi agricoli già in orbita Fiat, vedendo trasferito sul lago Michigan per organizzare il lavoro e stipulare accordi, ma durò poco: nel 1979 l'avvocato Gianni Agnelli lo richiamò a Torino per rilanciare il ramo automobilistico, in quel momento in una fase di crisi.
Entrarono così in produzione auto da lui progettate come la Fiat Uno, la Fiat Croma, la Lancia Delta, la Lancia Thema e la Fiat Tipo, che prestò motori e pianale ad altre auto del gruppo (Fiat Tempra, Alfa Romeo 145/146, 155, e Lancia Delta II, Dedra) per almeno una ventina di anni, fino ad arrivare ai giorni nostri. L'indiscusso successo mondiale di vendite della Fiat Uno, diffusasi in tutti i continenti, segnò il punto di svolta nel rilancio della FIAT e più in generale del mercato dell'auto in Italia. Portò la Lancia (di proprietà Fiat dal 1969) a livelli agonistici assoluti, incontrastata campione di rally, endurance e di mille altre categorie. Tentò anche di rinnovare la gamma della neo acquisita Alfa Romeo e di preservarne la tradizione, la meccanica (pose le basi per la realizzazione di un pianale comune tra Alfa e Maserati per auto a trazione posteriore) e gli stabilimenti (Arese e Pomigliano d'Arco), ma fu cacciato in malo modo nel 1988, sostituito da Romiti. La FIAT aveva cambiato politica e deciso che l'auto non era più al centro dei piani del gruppo torinese. Schivo e di carattere introverso, passava parte della sua giornata al lavoro in mezzo ai meccanici e ai lavoratori, il suo ufficio quasi sempre vuoto: sosteneva che le auto si guidano con il "culo" non con la lingua. Viveva con la famiglia sui colli torinesi e non faceva vita mondana, pochi amici e al di fuori dall'ambiente Fiat. La Fiat Uno fu collaudata da lui personalmente (come ogni vettura del gruppo Fiat della sua gestione) sul percorso Livorno-Collesalvetti - Pinerolo Cavour. Fu immortalato davanti ai cancelli di Mirafiori più volte a spingere un auto-prototipo (piena di fili e nylon) con il quale era rimasto in panne.
Attualmente vive a Lugano, dove svolge un'attività imprenditoriale e finanziaria. Dirige anche il Festival Musicale di Lugano. Anni fa perse la figlia ventenne Amalia, in un incidente stradale.
Lapidario fu il suo commento alla decisione di Agnelli di preferire Romiti a lui: "[riferendosi a Romiti, che fino ad allora aveva curato solo la parte contabile del Gruppo] Non ci si improvvisa ingegnere dell'auto a 60 anni."
Fu il primo a perseguire la filosofia della sinergia tra i vari modelli in produzione; filosofia che, se permette di conseguire importanti risparmi in quanto mira a rendere il più possibile la componentistica comune per tutta la gamma, rischia di togliere personalità al prodotto. Rischio che Ghidella, a differenza del suo successore, aveva compreso chiaramente'
.

A parte queste poche righe, qualcuno sa magari in cosa consisteva il progetto di Ghidella per far nascere le Alfa Romeo e Maserati su pianale comune? Ho cercato in Rete ma non ho trovato granchè notizie... qualcuno sa magari qualche informazione in più su questo progetto poi naufragato? Grazie! :ciao) :ciao) :ciao) :ciao)

P.S.: gia solo per il fatto che Ghidella dicesse che le auto si guidano con il 'culo' e non con la lingua ha tutta la mia stima, poichè è una grande verità secondo me. :nod) :nod) :nod)
 
Fu una cosa che si seppe già all'epoca......e che, ricordo, venne citata anche nello stesso 1992 che portava alla luce quella roba che si chiama 155.
Di più, anni prima con la nomina di G.B. Razelli in Alfa (se non erro Ghidella era già fuori da Fiat, anche se non da molto), si disse chiaro e tondo che si sarebbe prodotta una vettura TP dotata del motore 10 cilindri (il Procar).
Come sappiamo, non se ne fece nulla, Romiti continuò la sua opera di diversificazione e impoverimento di prodotto. Che si paga ancora adesso. I ghidelliani, poi, vennero fatti fuori via via. Questo ci fa capire come la Fiat oramai non da ieri, ma da anni, sia poco focalizzata sul prodotto, sia quando si dichiara "diversificante" sia quando invece neppure lo dichiara.
Il grande rammarico non è solo l'allontanamento di Ghidella per questioni pretestuose, ma anche tutto quello che tale allontanamento fa presupporre e la chiara "sterzata" aziendale presa, dimostrata dall'allontanamento e anche causata dopo.
Se è vero, come è vero, che Ghidella è il PRIMO che utilizza la sinergia dei pianali, è anche vero che Ghidella le auto le sapeva fare, le conosceva, le guidava.
Peraltro, al di là del prodotto che ha implementato o fornito, era una persona professionale e innamorata del proprio lavoro. Questo traspare, e traspariva anche presso le maestranze. Io non so quanti di Pomigliano abbiano visto o vedano Wester, che è un AD di un brand. So però che ad Arese sovente Ghidella scendeva in fabbrica. E se tanti personaggi, a seconda delle persone con cui parli, possono essere commentate o ricordate positivamente o negativamente, da parte della gente di Arese son molte le manifestazioni di rispetto verso un Ghidella che, evidentemente, rispettava l'Alfa ancorchè abbia realizzato la 155.
Ma non ci si dimentichi che fu lui a volere la SZ, per manifestare cosa l'Alfa poteva ancora realizzare. SZ che, peraltro, vide la luce quando lui non era più in Fiat.
 
Ah, non sapevo fosse stato Ghidella a volere la SZ! Interessante! :) :) :)

Comunque pensavo che fossero stati creati dei prototipi di Alfa su pianale Maserati, magari successivamente congelati e quindi accantonati, ma da quello che ho capito era solo un progetto rimasto sulla carta e non si è andati più in là delle intenzioni, vero?
 
ANCHE PER L’USO STRADALE

Alla fine degli anni ’80 in Alfa Romeo prese piede l’idea di un coupé molto sportivo (10C), con motore anteriore e trazione posteriore. Per il progetto la scelta cadde – visti anche gli studi già effettuati sul propulsore F1 – su un V10 di circa 4 litri (4067 cc, 56 x 70 mm). Sostanzialmente diverso rispetto al motore da pista, lo stradale conservava l’angolo di bancata di 72° e la distribuzione bialbero, mentre il comando della distribuzione era a cinghia dentata.

Già durante le prime prove al banco arrivò ad una potenza massima di 340 CV, prima ancora di una messa a punto. In seguito il progetto venne abbandonato e restano solo alcuni prototipi del propulsore.

http://alfisti.com/index.php?option=com ... 27&lang=it
 
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