Alfa Romeo 412 Spider Vignale - PUBBLICAZIONE COMPLETA

La carrozzeria Vignale, le gare

La carrozzeria Vignale, le gare

“L’Alfa Romeo 412 di Felice Bonetto nel 1951 partecipa al Giro di Sicilia, dal 31 marzo al primo di aprile, ma esce di strada rovinando la carrozzeria. La carrozzeria Vignale appronta allora un leggerissimo Spider come seconda vestizione della gloriosa Alfa” (1).
Sempre con Bonetto e Casnaghi come navigatore, la vettura partecipò alla Mille Miglia del 1951, alla fine del mese di aprile, classificandosi sesta con il numero 427. L’intervento di Vignale è quindi databile aprile 1951.
Esiste una fotografia che la ritrae in occasione di detta Mille Miglia completamente sverniciata (per ridurre il peso in gara) e con il numero 427 verniciato a mano.
La vettura partecipò poi ad una gara ad Oporto, sempre nel 1951, e vinse davanti a vetture molto più moderne, incluse le Ferrari 166 e le Maserati.

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Fig. 5 – La 412 di Felice Bonetto, ricarrozzata Vignale, alla punzonatura della Mille Miglia del 1951, in piazza Vittoria a Brescia (2) (4).

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Fig. 6 – La 412 Vignale ad Oporto, ora verniciata, sempre nel 1951 (2).
 
La carrozzeria Vignale, le modifiche successive

La carrozzeria Vignale, le modifiche successive e l’utilizzo stradale

Già dopo la Mille Miglia del 1951 la vettura subì alcune modifiche. Ad Oporto infatti la si vede verniciata. Esistono fotografie successive che mostrano la vettura con ulteriori modifiche e in quella che diventò la sua veste definitiva. Nel numero di ottobre 1951 di Road & Track Magazine, periodico statunitense del settore, comparve un articolo dal titolo “Una speciale Alfa da 230 cv”, scritto da Corrado Millanta e corredato da alcune fotografie. Rispetto alle foto della vettura fatte durante la già citata Mille Miglia dello stesso anno si può notare che è stata tolta l’appendice aerodinamica posta posteriormente alla testa del pilota (atta ad eliminare le turbolenze aerodinamiche causate dalla testa stessa, in virtù anche del parabrezza bassissimo); si notano poi le sottili modanature che contornano il ‘volume’ a rilievo che nasce dallo scudo, percorre tutto il cofano arrivano agli estremi del parabrezza e da lì continua arrivando sul baule e fino al termine della vettura.
La verniciatura appare con una lieve variazione cromatica, la parte centrale, ossia il ‘volume’ sopracitato appare leggermente più scuro, a dare l’impressione di una carrozzeria bicolore o di un tono su tono. Le foto sono in bianco e nero e quindi non danno informazioni definitive su questa questione. Facendo un parallelo con altre Alfa dell’epoca, le colorazioni potrebbero essere rossa con la parte centrale più scura, rossa con la parte centrale blu, rossa con la parte centrale rosso sangue, simile cioè agli schemi di colorazione delle 6C2500 Ala Spessa del 1939-40 (2).
La 412 carrozzata Vignale si presenta quindi come Spider pura, senza capote in tela, biposto, caratterizzata dal cofano molto lungo, da 4 prese d’aria laterali per ogni lato poste tra il parafango anteriore e l’abitacolo e cromate. Il frontale presenta 4 fari di cui due alle estremità e due centrali più gli indicatori di direzione. Il frontale in particolare è caratterizzato dal trilobo, apparso in forma compiuta per la prima volta l’anno precedente (1950) sulla 1900 berlina. Ma al contrario delle 1900 lo scudo mantiene una forma verticale molto sottile, richiamando il disegno di quello della 6C 2500 Villa d’Este e di altre 6C 2500 carrozzate Touring degli anni precedenti, dal 1946 in avanti. Lo scudo come già detto è posto su un volume a rilievo che poi prosegue lungo tutto il cofano fino al parabrezza, andando a costituire la base di questo, in modo molto netto e marcato, come già era stato per la Villa d’Este, ma qui in modo più pulito e privo di dettagli/cromature, dato probabilmente anche il carattere ‘essenziale’ della vettura da corsa
Siamo, in altre parole, di fronte ad una bellissima Alfa Romeo, che esprime un forte equilibrio tra una grande eleganza e uno spirito sportivo. La linea è assolutamente particolare in quanto mescola infatti caratteristiche della Villa D’Este e della 1900 in una maniera davvero unica, che non si è più vista in nessuna Alfa Romeo successiva. Considerando poi che la vettura era dotata di un motore a 12 cilindri il suo fascino cresce ulteriormente.
Dalla fine del 1951 in avanti della vettura venne utilizzata anche per un uso stradale (o forse addirittura solo per un uso stradale, nel senso che non partecipò più a competizioni ed era targata), come testimonia un altro articolo di Road & Track Magazine del settembre 1952, a firma di Burton Harrison. Il giornalista viene accompagnato in un percorso mozzafiato a bordo della 412 guidata da Bonetto, con tutta probabilità attorno allo stadio di San Siro, a Milano. Man mano che la vettura compie giri una folla sempre più numerosa assiste alle evoluzioni del pilota con entusiasmo crescente. La 412 veniva tenuta parcheggiata nella Scuderia Volpini ed aveva appena avuto il motore rifatto (l’articolo non dice fino a che punto) dall’Alfa Romeo, che aveva raccomandato di non superare i 5000 giri/min. Nonostante Bonetto fosse sostanzialmente ‘innamorato’ di questa vettura la stessa era però già stata messa in vendita, come conferma anche un’inserzione apparsa sullo stesso Road & Track Magazine del gennaio 1953.

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Fig. 7 – La 412 Vignale in un articolo di una non meglio nota rivista americana (2).

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Fig. 8 – La 412 Vignale nell’articolo di Road & Track Magazine dell’ottobre 1951 (5).

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Fig. 9 – Un’altra foto della 412, scattata con buona probabilità sempre da Corrado Millanta (2).

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Fig. 10 – Esratto dell’articolo sulla 412 apparso sul numero di settembre 1952 su Road & Track Magazine (5).

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Fig. 11 – L’inserzione di vendita della 412 sul numero di gennaio 1953 su Road & Track Magazine (5).
 
Il susseguirsi delle vendite e la morte di Bonetto

Il susseguirsi delle vendite e la morte di Bonetto

Felice Bonetto morì il 21 novembre 1953 per incidente in gara, a Silao, in Messico, durante la IV Carrera Panamericana (12). La macchina venne venduta a Cortese, che il 12/4/1954 la offrì per 20 milioni di lire ad Henry Wessells, americano, notissimo collezionista di automobili e di Alfa Romeo in particolare. In un’altra lettera dell’1/12/1955 sempre Cortese replicò a Wessells, che nel frattempo si era interessato e aveva tentato di acquistare la vettura, che la cosa non era più fattibile perché era stata venduta in Spagna. Questo passaggio non è però sufficientemente documentato, e la cosa più probabile è forse che l’auto fosse stata venduta alla sede italiana di un rivenditore spagnolo(2).
L’auto venne però ‘riavvistata’ a Milano nel 1958, da Marc Wallach, che nel 1999 scrive una lettera all’editore di ‘Forza’ raccontando appunto l’episodio del ’58, quando si recò in visita all’ultima officina di Enrico Nardi, pilota, ingegnere e designer di automobili, in via Vincenzo Lancia a Torino, notando, oltre a 2 vetture da turismo con motori delle 6C 2500, “una meravigliosa Alfa Romeo V12 GP 12C, con una carrozzeria a 2 posti del dopoguerra di Vignale” (2). C’è una foto scattata nell’officina in cui si vede Wallach vicino alla 412, identificabile dalla presa d’aria posteriore, posta tra l’abitacolo e il parafango posteriore.

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Fig. 12 – Marc Wallach nel 1958 accanto alla 412 nell’officina di Enrico Nardi (2).
 
La fine della 412

La fine della 412

Enrico Nardi mantenne la vettura così com’è con tutta probabilità fino al 1960, anno che quasi certamente segnò la fine della 412. Le fonti che riguardano l’ultimo capitolo della storia di questa automobile sono poche e tutte riconducibili alla storia di Nardi e della sua attività, quindi in qualche modo provenienti da un’unica fonte e non altrimenti verificabili. E’ però vero che nessun altra fonte o testimonianza contraddice quanto raccontato nelle varie pubblicazioni che riguardano l’attività di Nardi (2).
Nel 1960 la macchina venne ‘smantellata’: telaio, motore e carrozzeria furono separati e seguirono sorti diverse. Il telaio fu utilizzato per realizzare una nuova automobile, che venne venduta a marchio Plymouth negli Stati Uniti e che venne chiamata Silver Ray, raggio d’argento. L’auto, disegnata da Michelotti, futuro designer BMW, voleva essere il prototipo di una successiva produzione in serie ma è rimasta un esemplare unico. Montava un motore della stessa Plymouth, un otto cilindri di 320 cv. La notizia è suffragata anche da un calendario del 1992 della Nardi che la mostra specificando che era stata realizzata sul telaio di una Alfa Romeo 4500.
Il motore della 412 rimase invece per decenni nell’officina di Nardi fino a quando la figlia decide di venderlo all’asta alla fine del 1998. Viene acquistato da Larry Auriana, collezionista americano, che lo porta a far restaurare da Epifani Restorations, a Berkeley, California, e che con tutta probabilità lo possiede tutt’ora. Il commento che accompagna il motore all’asta è forse abbastanza impreciso ma fornisce comunque notizie interessanti sulla vettura (2).
Non ci sono invece fonti, notizie o testimonianze a riguardo del destino della carrozzeria della 412 Vignale. La fine di questo ‘vestito’ così bello, unico e coinvolgente rimane un mistero, anche se è decisamente improbabile che sia sopravvissuto, proprio per la assoluta mancanza di notizie al riguardo.

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Fig. 13 – La Nardi Silver Ray, realizzata sul telaio della 412 Vignale Spider (2).

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Fig. 14 – Il testo accompagnatore del motore della 412, venduto all’asta nel 1998 (2).

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Fig.15– Il motore della 412 fotografato a Berkeley nel 1999 (2).

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Fig. 16 – Supporto del motore della 412 Vignale Spider, fotografato a Berkeley nel 1999. Si noti la sigla 412151 (2).

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Fig. 17 – Un tentativo di replica della 412 Vignale Spider (2).
 
Curiosità e considerazioni finali

Curiosità e considerazioni finali

Esiste almeno una prova di replica della 412 Vignale, realizzata di colore rosso. Si tratta però solo di un tentativo di imitazione che presenta molte imprecisioni rispetto all’originale, confronto fotografico alla mano. Esistono invece numerose produzioni di modellini in scala della 412 Vignale, che la rappresentano sia in configurazione da gara tipo Mille Miglia che verniciata di vari colori. E’ sufficiente una semplice ricerca in internet per trovare molte foto di dette riproduzioni.
Tutto questo a riprova del grande fascino che questa vettura ha esercitato sugli appassionati di automobili, alfisti e non, dalla sua nascita fino ai giorni nostri.

Sono passati molti anni dall’ultima volta in cui il suono possente e metallico del 12 cilindri Alfa Romeo ha echeggiato per le strade di Milano e dell’Italia, accompagnato dall’ inconfondibile livrea disegnata da Vignale. Da allora l’Alfa ha costruito la storia dell’automobilismo italiano e mondiale, segnandola con il suo marchio unico e tanto ammirato ovunque, anche se a volte attraversato da crisi e periodi bui.
La storia di questa automobile si inserisce in tutte le storie delle macchine e degli uomini che hanno contribuito a fare grande il marchio, con la loro passione, la loro tenacia, il loro Cuore Sportivo.


Bruno Tonelli, febbraio 2010.
 
Scheda tecnica

Scheda tecnica (5) (6)

Motore anteriore longitudinale, 12 cilindri a V (60°)basamento e testate in lega leggera.
Cilindrata 4495 cm3, alesaggio x corsa 72 x 92 mm, rapporto di compressione 8,2:1, potenza massima 220-275 CV a 5500 giri/min
Distribuzione a valvole a V in testa, due assi a camme in testa per bancata, ingranaggi
Accensione a magnete, raffreddamento ad acqua, circolazione forzata, capacità circuito 14 litri
Alimentazione a pompa meccanica, 3 carburatori doppio corpo verticali
Serbatoio carburante posteriore, capacità 180 litri
Lubrificazione forzata, capacità serbatoio 30 litri
Trasmissione con trazione posteriore, frizione pluridisco a secco, cambio al posteriore in blocco con il differenziale (schema transaxle), 4 marce più retromarcia
Riduzione finale a coppia conica, rapporto 12/50
Sospensioni anteriori a ruote indipendenti, bracci trasversali, molla elicoidale
Sospensioni posteriori a ruote indipendenti, braccio longitudinale, balestra trasversale unica
Ammortizzatori anteriori idraulici, posteriori idraulici telescopici e a frizione
Ruote a raggi con cerchio in lega leggera
Pneumatici 5,50 x 19
Freni con impianto idraulico, anteriori e posteriori a tamburo
Sterzo a vite e ruota
Telaio a longheroni e traverse in lamiera d’acciaio
Passo 2,75 m, carreggiata anteriore e posteriore 1,35 m, peso in ordine di marcia 1030 kg
Velocità massima oltre 220 km/h
 
Bibliografia

Bibliografia

(1) Testimonianza diretta di Elvira Ruocco, responsabile dell’Archivio Storico Alfa Romeo dal 1983 al 2005
(2) Forum di Alfa Bulletin Board, www.alfabb.com, topic Alfa tipo 412
(3) www.spideralfaromeo.it, Alfa 412 Vignale Spider
(4) www.coachbuilders.com, Vignale
(5) Road and Track Magazine, annate 1951-1953
(6) Alfa Romeo – Tutti i modelli del novecento – Volume II, Editoriale Domus, 2010
(7) Wikipedia, voce “Enrico Nardi”
(8) forums.autosport.com
(9) Wikipedia, voce “Alfa Romeo 12C”
(10) www.vignale.org
(11) www.bmwclassic.it/michelotti.html
(12) Wikipedia, voce “Felice Bonetto”
 
gran lavoro :grazie)

Ringrazio anche io il nostro Socio Onorario, Signora Ruocco, per la sempre consueta gentilezza e competenza.

:grazie)
 
Versione inglese

Ho notato con piacere che questa pagina del virtualclub risulta prima o tra le primissime digitando in 'google':

- alfa 412

- alfa 412 Vignale

- alfa 412 spider vignale

o simili.
 
Ecco perchè, infatti mi parevano migliori delle Jolly...
L'ala spessa e la spider colli mi sembrano belle, l'altra cos'è?
La 3000 invece non prendertela ma non mi piace molto... certo a quel prezzo ci si può accontentare, però il tuo confronto fotografico ha messo in evidenza le grossolane imprecisioni della riproduzione.
Penso prenderò il kit di tron o di pm prima o poi
 
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