- 21 Luglio 2006
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- Auto
- Alfa Romeo 147 2.000 Twin Spark Selespeed Super Body
Quando la F1 erano loro...o per meglio dir eran le loro voci:
- Mario Poltronieri
- Gianfranco Palazzoli
- Ezio Zermiani (dai box)
Uno come me, che segue la F1 dagli anni settanta, non potrà mai dimenticare
queste tre persone che fino alla fine degli anni novanta son stati la voce del Gran Premi. :mecry)
La notizia di ieri è questa: :sic)
Lutto nel giornalismo
Addio a Mario Poltronieri, voce gentile della Formula 1
Mario Poltronieri ci ha lasciati. Si è spento a Milano, all’età di 87 anni, dopo una lunga carriera di giornalista, soprattutto televisivo. Perché Mario, per molti di noi, non è stato solo un telecronista della Rai, ma “la voce” dei Gran Premi per eccellenza. Ed è difficile non risentire, in questo momento, il suo tono pacato, il suo modo garbato di commentare quello che succedeva in pista, il suo dialogare in diretta con Gianfranco Palazzoli, ex pilota e team manager, il suo duettare scherzoso con Ezio Zermiani, sempre pronto a infilare il microfono sotto il naso dei piloti. Certo, era un'altra epoca, in cui gli schermi non si dividevano in quattro, le strisce sul monitor dei tempi non si coloravano di fucsia, i camera car non si sapeva neppure cosa fossero: era, almeno all’inizio (l’ultima telecronaca la fece nel 1994, quando già le cose erano cambiate), una Formula 1 in bianco e nero, con le telecamere fisse e le immagini, talvolta, così lontane da sembrare prese da un satellite. Ma non importava, per noi appassionati, perché questo all’epoca passava la Rai, che non trasmetteva neppure tutte le corse (e allora si stava con l’orecchio alla radiolina, per sapere com’era andata). Né contava che, qualche volta, ci si accorgesse prima noi di Mario di quanto succedeva in pista, perché questo ci dava l’occasione per sentirci - a torto, ovviamente - degli “esperti” di una Formula 1 che, nel migliore dei casi, riuscivamo a vedere dal vero una volta all’anno, aggrappati ai tubi dalmine dei ponteggi abusivi di Monza.
Il pilota. Mario, invece, esperto lo era sul serio. Alla Rai dai primi anni 60, anche se amava ricordare di esservi stato assunto solo molto tempo dopo, aveva raccolto l’eredità, in tema di automobilismo, di Piero Casucci, che con Quattroruote collaborava spesso (anche Poltronieri ha lavorato con noi, partecipando alla realizzazione di alcuni Dvd dedicati alle corse). Ma il suo era un passato da pilota vero: di moto, all’inizio, di auto poi, con partecipazioni amatoriali alla Mille Miglia e con impegni ben più seri con Carlo Abarth. Per conto del quale avrebbe conquistato, nel ’58 sulla pista di Monza, quei primati di velocità di cui Abarth si serviva per mostrare al mondo le doti delle sue 500 elaborate.
La sua carriera agonistica, in realtà, sarebbe stata breve, ma sufficiente a fargli maturare quella conoscenza delle corse indispensabile per poterle raccontare con la dovuta competenza. E con quel tocco di umanità che lo ha aiutato a starci vicino anche nei momenti più drammatici, quando tutti restavamo col fiato sospeso davanti allo schermo, cercando di capire se il pilota coinvolto nell’incidente se la fosse cavata. Per tutto questo e molto altro ancora, grazie Mario.
- Mario Poltronieri
- Gianfranco Palazzoli
- Ezio Zermiani (dai box)
Uno come me, che segue la F1 dagli anni settanta, non potrà mai dimenticare
queste tre persone che fino alla fine degli anni novanta son stati la voce del Gran Premi. :mecry)
La notizia di ieri è questa: :sic)
Lutto nel giornalismo
Addio a Mario Poltronieri, voce gentile della Formula 1
Mario Poltronieri ci ha lasciati. Si è spento a Milano, all’età di 87 anni, dopo una lunga carriera di giornalista, soprattutto televisivo. Perché Mario, per molti di noi, non è stato solo un telecronista della Rai, ma “la voce” dei Gran Premi per eccellenza. Ed è difficile non risentire, in questo momento, il suo tono pacato, il suo modo garbato di commentare quello che succedeva in pista, il suo dialogare in diretta con Gianfranco Palazzoli, ex pilota e team manager, il suo duettare scherzoso con Ezio Zermiani, sempre pronto a infilare il microfono sotto il naso dei piloti. Certo, era un'altra epoca, in cui gli schermi non si dividevano in quattro, le strisce sul monitor dei tempi non si coloravano di fucsia, i camera car non si sapeva neppure cosa fossero: era, almeno all’inizio (l’ultima telecronaca la fece nel 1994, quando già le cose erano cambiate), una Formula 1 in bianco e nero, con le telecamere fisse e le immagini, talvolta, così lontane da sembrare prese da un satellite. Ma non importava, per noi appassionati, perché questo all’epoca passava la Rai, che non trasmetteva neppure tutte le corse (e allora si stava con l’orecchio alla radiolina, per sapere com’era andata). Né contava che, qualche volta, ci si accorgesse prima noi di Mario di quanto succedeva in pista, perché questo ci dava l’occasione per sentirci - a torto, ovviamente - degli “esperti” di una Formula 1 che, nel migliore dei casi, riuscivamo a vedere dal vero una volta all’anno, aggrappati ai tubi dalmine dei ponteggi abusivi di Monza.
Il pilota. Mario, invece, esperto lo era sul serio. Alla Rai dai primi anni 60, anche se amava ricordare di esservi stato assunto solo molto tempo dopo, aveva raccolto l’eredità, in tema di automobilismo, di Piero Casucci, che con Quattroruote collaborava spesso (anche Poltronieri ha lavorato con noi, partecipando alla realizzazione di alcuni Dvd dedicati alle corse). Ma il suo era un passato da pilota vero: di moto, all’inizio, di auto poi, con partecipazioni amatoriali alla Mille Miglia e con impegni ben più seri con Carlo Abarth. Per conto del quale avrebbe conquistato, nel ’58 sulla pista di Monza, quei primati di velocità di cui Abarth si serviva per mostrare al mondo le doti delle sue 500 elaborate.
La sua carriera agonistica, in realtà, sarebbe stata breve, ma sufficiente a fargli maturare quella conoscenza delle corse indispensabile per poterle raccontare con la dovuta competenza. E con quel tocco di umanità che lo ha aiutato a starci vicino anche nei momenti più drammatici, quando tutti restavamo col fiato sospeso davanti allo schermo, cercando di capire se il pilota coinvolto nell’incidente se la fosse cavata. Per tutto questo e molto altro ancora, grazie Mario.